Berlusconi apre a Casini: “Confido in un ripensamento o alleanza”
26 Marzo 2009
di redazione
"Se si prende un elettore dell’Udc e gli si chiede quali siano le differenze con il Pdl, sono sicuro che non saprà rispondere". E’ per questa ragione che il premier Silvio Berlusconi, parlando ai microfoni di "Panorama del Giorno" di Mattino 5, confida in "un ripensamento" o almeno in un’alleanza che porti l’Udc ad unirsi al Pdl.
Pier Ferdinado Casini "piuttosto che essere secondo a Roma ha preferito essere primo in un piccolo villaggio, ma i suoi elettori non si riconoscono nella sinistra e sono sempre stati nel centrodestra e quindi per loro le porte del Pdl sono spalancate". Il premier ha aggiunto di sperare "comunque in un’alleanza", con l’Udc. "Già ora" i sondaggi dicono che il Popolo della libertà è al 43% "e puntiamo al 51%, anzi io sono personalmente sicuro che ci arriveremo".
Tra i vari argomenti il Cav. ha parlato anche del piano casa e delle polemiche scaturite negli ultimi giorni: "Le famiglie stiano sicure, lo potranno fare e subito" e con questo modo ribadisce la sua conferma al suo progetto per consentire ai nuclei familiari che vivono in abitazioni mono e bifamiliari di "allargare" i loro immobili con più camere o servizi. Per Berlusconi, a prescindere dal confronto con le Regioni sullo strumento cui affidare il piano casa "la norma andrà avanti, non è cambiato nulla".
"Sappiamo che l’architettura istituzionale non è molto adeguata alla necessità di interventi veloci – spiega il capo del governo – e quindi stiamo vedendo come arrivare al miglior risultato, ma stiano sicure le famiglie che hanno pensato di allargare la propria casa che lo potranno fare e lo faranno subito".
"Si sta discutendo semplicemente – ha aggiunto – sullo strumento, un decreto legge o un disegno di legge. Naturalmente noi preferiremmo il decreto legge che è immediatamente efficace, il disegno di legge impiega più tempo in Parlamento, ma stiamo lavorando con le Regioni affinché siano le Regioni, che hanno la competetenza concorente con lo Stato sulla materia abitativa, a tradurre questa intuizione in una legge regionale, affinché si possa cominciare subito da un lato a dare risposte alle esigenze delle famiglie, dall’altro a immettere nell’edilizia, che normalmente muove tante altre attività, dei soldi che adesso tengono come risparmi immobili in banca".
"Se pensiamo – continua il premier – che ogni camera o servizio in più potrebbe portare ad una cifra di spesa di 50-70 mila euro, messe tutte insieme queste ristrutturazioni porterebbero a una immissione di 50 miliardi di euro nel prodotto interno lordo e ciò se soltanto il 10% degli aventi diritto ricorresse al piano per l’edilizia".
"Non c’è nessun motivo per cambiare i rapporti con la Lega, che è un partito territoriale che ha dato voce soprattutto al Nord", assicura il presidente del Consiglio che tiene a sottolineare che "i rapporti sono ottimi, resteranno tali e penso che al di là quella che è la normale e sana competizione elettorale, che c’è sempre stata e che sempre dovrà esserci, vada ricordata una cosa su tutte: insieme noi e la Lega vinciamo".