Berlusconi chiude l’anno festeggiando ma senza fuochi d’artificio
21 Dicembre 2008
Chi si aspettava i botti di fine anno sarà rimasto deluso. Al contempo taccuini e registratori di materiale ne hanno annotato parecchio. Certo è che a Berlusconi due ore, tanto è durata la conferenza stampa di fine anno, saranno anche sembrate poche per parlare otto mesi del suo governo, quello che lui ama definire il "governo del fare" e che ha risolto l’emergenza Napoli in 58 giorni. Si è parlato di crisi economica, di riforma della giustizia, ricorso al nucleare, del dialogo (difficile) con l’opposizione, di investimenti per le grandi infrastrutture, ha detto ciò che pensa sulla facoltà delle donne di andare in pensione a sessantacinque anni, affrontato il presidenzialismo e la politica estera. Non un parola, e non certo per mancanza di tempo, sull’abolizione delle Province (anche se su ventidue domande rivolte dai giornalisti presenti nessuna ha toccato l’argomento), dribblata la domanda sulla Chiesa e le responsabilità durante il fascismo, con un veloce "sto dalla parte della storia, sto dalla parte della verità", poche battute sul caso Englaro, "non è l’esecutivo che deve farsi carico di queste vicende".
Tre ad ogni modo i temi principali sui quali si è concentrata l’attenzione: politica economica, riforma della giustizia (con questione morale annessa) e politica estera. Ne esce fuori un Berlusconi fortemente convinto della bontà del suo operato. Rimarca il primato di essere stato ilprimo a intervenire in difesa delle banche e dei risparmi dei cittadini e ricorda il risultato raggiunto con l’anticipo della Finanziaria e il piano triennale "che ha consentito di evitare l’assalto alla diligenza". L’obiettivo dichiarato è quello di procedere verso un debito pubblico che sia inferiore al 100% del Pil. Non mancano i consigli per fronteggiare la crisi economica, su tutti quello di non lasciarsi sopraffare dal pessimismo della crisi. La profondità e l’estensione nel tempo della recessione finanziaria in atto sono nelle mani dei cittadini.
"Ci sono settori che non verranno colpiti da questo particolare momento di crisi, come i lavoratori della pubblica amministrazione che non hanno nessun timore di essere licenziati e che hanno un potere di acquisto aumentato", spiega Berlusconi che ricorda i provvedimenti in aiuto delle famiglie prese dal suo governo: la social card, il blocco degli aumenti di luce e gas e il provvedimento sulle rate dei mutui e il raddoppio dei fondi per gli ammortizzatori sociali. Apre qualche spiraglio anche sulla detassazione degli utili reinvestiti chiesta dalle aziende, ma solo compatibilmente con i conti interni e con la vigilanza europea. Donne in pensione a 65 anni? "Solo se vorranno, ma non è una proposta di Brunetta, è l’Europa che ce lo chiede",risponde Berlusconi. Fin qui i temi economici.
Non potevano mancare gli argomenti caldi. Riforma della giustizia, questione morale, dialogo con il Pd. Il primo punto arriverà in Consiglio dei Ministri già a gennaio per poi andare in Parlamento, fulcro della riforma sarà la separazione degli ordini, con un avvocato dell’accusa che avrà nei confronti dei giudici gli stessi doveri e diritti degli avvocati. Sull’utilizzo delle intercettazioni telefoniche il Premier è chiaro: "devono essere utilizzate solo per i reati gravi", altrimenti ledono la privacy e la dignità dei cittadini. E poi la questione morale, Berlusconi non infierisce sull’avversario, "troppo spesso in Italia i processi e le accuse da parte dei pm sono stati utilizzati contro gli avversari politici come strumenti di lotta politica". Poi invita Bassolino e la Iervolino alle dimissioni. Il dialogo con il Pd? Impossibile, finché andrà a braccetto con Di Pietro. "Sarebbe una farsa se mi sedessi al tavolo con chi mi definisce un corruttore, un diavolo, il più immorale dei cittadini italiani o mi chiama Hitler".
Sulla politica estera Berlusconi snocciola dati e numeri, "ho fatto 20 visite in paesi esteri, partecipato a 70 incontri bilaterali, 11 vertici internazionali, l’Italia, anche grazie alla prossima presidenza Ue tornerà ad avere un ruolo di prestigio internazionale". Ma per rilanciare il paese è anche necessario far ripartire le grandi infrastrutture, "ci sono 16 miliardi di euro per riaprire i grandi cantieri, molti dei quali sono stati chiusi dal precedente governo sotto il ricatto della sinistra ambientalista", preme per tornare al nucleare: "unica scelta per rispondere ad una esigenza futura" e non pagare più l’energia il 35% in più degli altri paesi europei. Battute finale sul Presidenzialismo, "l’Italia è pronta ma serve unanimità al 100% del Parlamento".
La prima conferenza stampa di fine anno del Berlusconi IV mostra un premier politicamente in forma, come quegli atleti che raggiungono la maturità verso la fine della carriera. E a chi gli chiede come si immagina tra quattro anni, Berlusconi risponde così: "con dei successori che possano emergere dalla nuova classe politica e non debbano più aver bisogno di uno come me, con la mia scheda anagrafica, ma visto che sono ancora indispensabile a tenere unito il centro destra eccomi qua". E il successore? Lo stanno ancora cercando e non risulta l’abbiano trovato.