Berlusconi come le Brigate Rosse?

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Berlusconi come le Brigate Rosse?

24 Aprile 2011

Non si può controbattere quando Benedetta Tobagi parla degli anni del terrorismo, ricordando, come ha fatto giovedì sera ad Anno Zero, la Brigata XXVIII marzo che ammazzò suo padre con 5 colpi di pistola una mattina del 1980. I familiari e i figli delle vittime del terrorismo in questi anni si sono conquistati i gradi di difensori della democrazia sul campo, e senza volerlo. Un fatto che dimostra come, in fondo, anche in Italia, una terra sempre divisa e incapace di fare i conti con il proprio passato, qualche volta, stranamente, ci siano atti di redenzione collettiva verso le vittime della nostra storia violenta.

Così, abbiamo ascoltato il discorso che la Tobagi ha fatto dalla tribuna di Michele Santoro, durante un’accesa discussione sulla bravata, non certo encomiabile e neppure troppo simpatica, di Roberto Lassini (i cartelloni "Fuori le BR dalle procure" esposti davanti al tribunale di Milano). Le BR, questa la sintesi della Tobagi, colpivano i magistrati perché sapevano che attentare al potere giudiziario è uno dei modi per indebolire le istituzioni e rovesciare la società borghese. Oggi, attaccando le procure, anche il premier mette in pericolo le istituzioni. Le parole di Berlusconi si traducono nei gesti come quello di Lassini, ma potrebbero ispirarne di peggiori.

Ci aspettavamo che la Tobagi chiudesse l’equazione, spiegandoci quale fosse il senso della sua ricostruzione, quale paragone dovesse scattare automatico, e invece, saggiamente, lei si è astenuta, lasciando a metà il sillogismo, che è rimasto come sospeso a mezz’aria.

Sappiamo che la Tobagi scrive per Repubblica, e dunque il Cav. gli sta antropologicamente antipatico, non solo per i suoi attacchi alla magistratura. Ma ci chiediamo se una scrittrice e giornalista che ha pubblicato libri importanti, con importanti case editrici nazionali come Einaudi, e che ha vinto molti premi, come quello in memoria di Sciascia, se una donna che fa politica (si è candidata con la Lista Penati a Milano nel 2009), una persona senza dubbio intelligente, può davvero credere che Berlusconi sia il nuovo capo delle brigate rosse (il sillogismo svelato). Sicuramente abbiamo capito male.