Berlusconi contro le Leggi razziali ma su Mussolini scoppia la polemica (e fioccano le strumentalizzazioni)
27 Gennaio 2013
Il Cav. va a Milano per ricordare l’Olocausto, dice che “le leggi razziali furono la peggiore colpa di Mussolini” e che una vicenda del genere “non si può ripetere”. Spiega che “Solamente nei panni dei deportati si può capire quali vertici di tragedia e disperazione raggiunsero”. Ma aggiunge che “Per tante altre cose Mussolini aveva fatto bene”.
Apriti cielo, Casini, Finocchiaro, Ingroia, Franceschini, Repubblica, rispondono all’unisono che è una vergogna, che sono solo sciocchezze, che Berlusconi avrebbe fatto meglio a stare zitto.
Ora, che il giudizio tradizionale sul fascismo, quello d’impronta marxista, nel corso del tempo non sia rimasto l’unico, si pensi al lavoro svolto dal professor De Felice, e che un pezzo della nostra storiografia distingua la fase del consenso del regime con il tracollo, le leggi razziali, la sconfitta nella seconda guerra mondiale, è un dato che sembra sfuggire ai solerti censori del Cav.
Ma basterebbe andarsi a rileggere il discorso di Onna del 2009, quello tenuto dal premier Berlusconi in occasione del 25 Aprile, sui “partigiani blu”, gli atti di eroismo dei nostri militari caduti dopo la fine dell’alleanza con i nazisti, l’idea che i giovani d’oggi debbano “difendere la libertà conquistata dai loro padri e ampliarla sempre di più, consapevoli come sono che senza libertà non vi può essere né pace, né giustizia, né benessere” per capire come la pensa il Cav.
Ma per qualcuno non è sufficiente e la polemica mediatica, si sa, in campagna elettorale può tornare sempre comoda. In serata Berlusconi torna sull’argomento, definendo il fascismo "una dittatura" e parlando di "strumentalizzazione della sinistra".