Berlusconi, coup de theatre. 275 votano fiducia a Letta
03 Ottobre 2013
Il governo Letta incassa la fiducia con 235 voti a favore e 70 contrari. La grande sorpresa è il voto di fiducia annunciato da Berlusconi: "Credo che sia a tutti chiaro che dopo il risultato delle ultime elezioni ritenemmo che l’unica soluzione era quello di un Governo che unisse centrodestra e centrosinistra. Aspettammo due mesi di ‘riflessione’ del centrosinistra. Abbiamo accettato le volontà del premier nella formazione del Governo, accettando di avere solo 5 ministri".
"Avevamo la speranza che potesse cambiare il clima nel Paese. Pensavamo che si potesse andare verso la pacificazione. Speranza che non abbiamo deposto, la conserviamo ancora. Abbiamo ascoltato gli impegni del premier sulle tasse, il costo del lavoro, sulla responsabilità civile dei giudici chiesta dall’Europa. Mettendo insieme queste aspettative e aspettando le riforme strutturali, abbiamo deciso di votare la fiducia a questo Governo".
Zanda, Pd vota la fiducia. "Al di là di tutte le operazioni furbette e tattiche" del Pdl. "Questo voto improvviso vuole nascondere una sconfitta politica che invece è chiara e netta davanti agli italiani". "Bondi non può permettersi di accostare il nome di Berlinguer a quello del suo capo". Nitto Palma (Pdl) annuncia l’astensione, "a seguito dell’intervento del senatore Zanda lascerò l’aula". Bondi è assente al momento del voto.
Comizio 5 Stelle, Paola Taverna annuncia il No attaccando lancia in resta il Governo. "Siamo stati i primi a proporre di cambiare la legge elettorale". "Letta mente come Berlusconi". "Si dimetta prima che sia questo parlamento a farlo. 5 Stelle non fa alleanze". "O si governa o si va tutti a casi solo con un governo 5 stelle si potrà avviare il processo di riforma del Paese, in mezzo non c’è niente, siete il niente".
Mario Monti: "Faccio appello ai membri del Pdl affinché tengano presente che l’Italia non è ancora uscita da una situazione critica economica e finanziaria, e che molti nei mercati stanno pensando talora con compiacimento quanto avrebbero voluto fare nel 2011 cioè commissariare il nostro Paese ma che qualcuno ha impedito loro di fare. Italia è unico paese della Europa mediterranea che non si trova in questa situazione e che è uscita dal disavanzo. Il Pdl, che fa parte della più influente partito d’Europa, possa mettere a rischio l’Italia". "Se l’Italia dovesse avesse avere bisogno di quel sostegno neocoloniale dovrebbe recarsi in ginocchio nei consessi internazionali". "Non riesco a pensare che il Pdl possa precipitare il Paese togliendo la fiducia al Governo". Ma l’ex premier mette dei paletti, se il Popolo della Libertà dovesse votare in blocco la fiducia.
"Atto dei ministri del Pdl oggi dimostra coraggio". "Meglio coalizione più piccola ma dove il presidente del Consiglio sia animatore di uno sforzo riformista. Saluto con rispetto il presidente Berlusconi, ricordo che un anno fa mi invitava ad assumere la guida dei moderati italiani. Forse si sta avverando oggi. Credo che oggi l’Italia debba far lavorare insieme chi al centro, a destra e a sinistra, lavora per le riforme". "Gli dissi se un pezzo del Pdl guidato da Alfano e un pezzo del Pd guidato da Letta avesse agito d’intesa avrebbe raggiunto questo risultato". Scelta Civica vota la fiducia.
Le altre dichiarazioni di voto. Il Gruppo per le Autonomie vota la fiducia. Gal vota la fiducia ma il senatore Ferrari annuncia che voterà contro. Loredana de Petris: "Avremmo voluto sentire da Letta parole diverse", Sinistra ecologia e Libertà vota no alla fiducia. No anche dalla Lega Nord.
Letta risponde sulle proposte di Risoluzione presentate dal Senato. "Stanotte non ho dormito, avevo percezione che oggi sarebbe stata una giornata dai risvolti storici, importante per la storia della nostra democrazia". "So che il travaglio che ha accompagnato le scelte di molti senatori e deputati è stato ed è pesante e significativo, che va rispettato". "Esprimo un ringraziamento e una vicinanza alla senatrice Paola De Pin". Applausi. "Il modo con il quale ha parlato, che si apprezzi o meno il suo voto, dimostra cosa vuol dire il travaglio, la difficoltà, le scelte complesse". "Il rispetto delle persone, lo dico a 5 Stelle, è alla base della democrazia sostanziale. Non ne posso più di chi minaccia perché uno ha cambiato idea". Contestazioni dai banchi del Parlamento. Grida Scilipoti.
Letta: "Meglio cadere in piedi che cedere a soluzioni di basso profilo". "Oggi l’Italia si troverebbe a subire i danni economici e istituzionali ritrovandoci a prendere i cocci di un vaso che si è rotto dopo eventuali altre elezioni". "Possiamo raggiungere gli obiettivi anche se cambieranno i voti della maggioranza". Gratitudine, la parola chiave di Letta, al parlamento, ai ministri. "Se lasciamo andare il Mezzogiorno il Paese non si salva nel suo complesso". "Lavoro sarà il cuore della azione di governo. Ieri 5.000 giovani hanno ottenuto un posto grazie alle misure di defiscalizzazione prese dal Governo. A quei giovani abbiamo cambiato la vita". Il piano di defiscalizzazione riguarda tutto il Paese, "ha una intensità per il Sud ma tocca anche il Nord". Sappiamo che a livello europeo "la questione delle riaggregazioni di tipo macroregionale sta a cuore all’Italia", come nel caso della macroregione alpina. "Sussidiarietà parola chiave per questo Governo".
"O modifichiamo la rotta dell’Europa oppure quello che possiamo fare qui in Italia è il minimo. Abbiamo avuto una legislazione europea fatta di austerità, e basta; oggi dobbiamo entrare in una fase di crescita e di lavoro. Sarà semestre italiano a dover dare il ‘la’. Italia giochi un ruolo centrale in questa partita". La risposta a Bondi. Letta ricorda il ruolo storico dell’Italia quando ha giocato all’attacco, l’Atto Unico e Maastricht, preparati dal Consiglio europeo di Milano e di Roma negli anni Novanta". "L’Europa è nata in Italia e l’Europa deve essere guidata da una idea di europeismo che è nata in Italia". "Facciamo del nostro semestre il periodo che cambi il ruolo dell’Europa. Oggi è una giornata storica, da domani dobbiamo lavorare per applicare le scelte di cui si discute". "Pongo la fiducia" sulla base della Risoluzione numero 2 a firma Monti e altri senatori.