Berlusconi dichiara guerra al “bassolinismo”
21 Maggio 2008
di Gianni Donno
Le dichiarazioni di Berlusconi, al termine del Consiglio dei ministri tenuto a Napoli, lasciano ben sperare. Ma la prudenza è d’obbligo. Infatti la situazione napoletana dei rifiuti, pur essendo assolutamente peculiare, è la punta più alta di diversi motivi di crisi, che segnano il Mezzogiorno nel suo complesso e che sono venuti intrecciandosi, e per ciò rapidamente aggravandosi, nell’ultimo lustro. Al centro di questi motivi è la sempre più ampia sfiducia verso le istituzioni da parte di settori crescenti della pubblica opinione. E non è solo questione di camorra o di delinquenza organizzata, come spesso si afferma al fine di costruire l’ennesimo alibi alla insipienza ed immobilismo meridionali. No, si tratta di ben altro: si ripropone con forza lo spirito antistatalista che nel Mezzogiorno mai è scomparso, appena mascherato, negli anni trascorsi, dal flusso convincente (e spesso corruttore) degli aiuti pubblici.
Berlusconi ha certo compreso che la questione napoletana (e quella più generale del Mezzogiorno) è prima di tutto una questione morale. E i provvedimenti molto incisivi adottati dal governo vanno proprio nella direzione di ricostruire una pubblica moralità e un rinnovato rispetto verso le istituzioni. Questo rispetto è dovuto prima di tutto da parte di coloro che, eletti, rappresentano queste istituzioni e ne guidano il cammino. Naturalmente tutti sanno bene che non basta un provvedimento od un intervento di tipo giudiziario a ricostruire la moralità perduta e a riformare uno spirito pubblico contaminato. In questo caso la questione è di anni. E viene sempre in mente l’espressione di Padre Pintacuda, gesuita siciliano direttore di “Civiltà cattolica”, che alla metà degli anni Ottanta ebbe il coraggio e la sferza di dire che il problema della mafia in Sicilia si sarebbe risolto solo con un “ricambio del sangue” del popolo siciliano. Espressione forte senza dubbio, ma che, nel caso napoletano, potrebbe servire ad una “scossa”. Soprattutto nella direzione di quanti (e son tantissimi) si sono “accomodati” nella gestione Bassolino, dietro il paravento delle parole sul “Rinascimento napoletano”. Lo sanno tutti che i denari ultradecennali dell’emergenza napoletana sono serviti a creare una fitta ragnatela di clientele e di complicità politiche, soprattutto in ambito intellettuale. Se gli intellettuali sono i consiglieri del Principe (in questo caso de “O’ Imperatore”) e non invece spiriti critici della realtà e della politica, il dissesto morale si avvia e si acuisce rapidamente. A Napoli Bassolino rimane attaccato alla poltrona, anche perché il reparto intellettuale che ha creato intorno a sé, con incarichi, prebende, premi, mostre e quant’altro, non saprebbe a che santo votarsi, se Sant’Antonio ruzzolasse.
Berlusconi non parla più di miracoli, ma di azioni concrete e di ancor più concrete contro-azioni, studiate in base all’esperienza di tanti anni, che ha visto larga parte della società napoletana (e non solo la camorra) e meridionale “trovare sempre l’inganno”, una volta fatta una legge.
Qui sta la forte ed interessante novità del decreto-legge approvato: le contromisure rispetto all’indifferenza, all’ignavia, all’immobilismo di molte istituzioni pubbliche locali e regionali, che diviene oggettiva collusione con gli interessi criminali.
Ed in queste contro-misure è la risposta più chiara a quanto il governatore Bassolino ha dichiarato l’altr’ieri, con una certa supponenza propria della sua antica tradizione, circa il rapporto con il Governo. Se Bassolino dice che solo con la collaborazione con gli enti locali il Governo potrà risolvere il problema, Berlusconi, indirettamente, gli risponde che se la collaborazione mancherà o, peggio, sarà fittizia -come per molti anni è avvenuto- ci penseranno i poteri straordinari assegnati a nuove figure (il sottosegretario alla Presidenza Bertolaso; i Commissari “ad acta” -che questi potrà nominare nei Comuni inadempienti-; i nuovi poteri alla Direzione distrettuale antimafia) a far andare avanti la “collaborazione”. Potremmo dire a questo punto, con pari sicurezza: uomo avvisato, mezzo salvato. Staremo a vedere.