Berlusconi, Esposito e il Mattino. La giustizia show
07 Agosto 2013
di Ronin
Il botta e risposta tra il giudice di Cassazione Esposito e il quotidiano Il Mattino è solo un altro capitolo del circo mediatico giudiziario. Il giudice Esposito rilascia una intervista al giornale partenopeo in cui dice che Berlusconi è stato condannato "perché sapeva", "non perché non poteva non sapere". Scoppia il finimondo. I difensori del Cav. insorgono perché le motivazioni della sentenza non sono state ancora depositate e chiedono al giudice di fare i nomi di chi avrebbe informato Berlusconi. Il presidente della Corte, Giorgio Santacroce, reputa l’intervista "inopportuna" e informa il ministro Cancellieri, che chiede chiarimenti. La Corte è anche costretta a sottolineare che il verdetto non è inficiato da quanto accaduto. Esposito, a sua volta, smentisce il giornalista che l’ha intervistato, dicendo che il testo concordato ha subito "gravissime manipolazioni". Lui aveva solo trattato di "temi generali" non legati alla sentenza. A questo punto interviene il direttore del Mattino, Alessandro Barbato, per "assicurare a voi e ai miei lettori che l’intervista è letterale, cioè sono stati riportati integralmente il testo, le parole e le frasi pronunciate dal presidente di cui ovviamente abbiamo prova", una registrazione della conversazione. Barbato aggiunge che "spiegare le motivazioni della condanna prima di averla emessa" può avere "un ritorno non positivo" per Esposito. "Però non è una colpa da attribuire ai giornalisti, ma alla responsabilità e alla maturità di chi parla". Non c’interessa entrare nella mischia per dire questo ha ragione quell’altro ha torto. Alla fine della fiera, quello che sperimentiamo ancora una volta è il connubio tra potere mediatico e giudiziario, quella coreografia che ha circondato da sempre i processi a Silvio Berlusconi. Le sentenze trasformate in uno show da alimentare costantemente, in una spettacolarizzazione della giustizia dove l’agnello sacrificale, cotto alla brace, ancora una volta è la politica.