Berlusconi: i soldi ci sono. Pronto un provvedimento ad hoc per l’Abruzzo

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Berlusconi: i soldi ci sono. Pronto un provvedimento ad hoc per l’Abruzzo

06 Aprile 2009

Il punto sul dramma dell’Abruzzo. Al suo rientro a Palazzo Chigi dopo una giornata trascorsa nella regione devastata dal terremoto,  Silvio Berlusconi ha presieduto il Consiglio dei ministri per  valutare le iniziative da assumere per affrontare l’emergenza. I soldi ci sono, resta da definire l’entità esatta della cifra, operazione che sarà dettagliata nelle prossime ore. Successivamente si procederà con un provvedimento ad hoc all’ordine del giorno del prossimo Cdm. E’ quanto emerso dalla riunione straordinaria di questa sera dell’esecutivo che si è aperto con un minuto di silenzio in memoria delle vittime del sisma, oltre centocinquanta secondo le ultime stime. Il presidente del Consiglio ha inoltre fatto il punto della situazione ribadendo come sia stato fatto tutto il possibile per fronteggiare l’emergenza. Una volta verificata l’entità dei danni saranno stanziate tutti i fondi necessari, avrebbe sottolineato il premier. Per il momento il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso potrà utilizzare i fondi della Protezione civile previsti proprio per le emergenze. Ma in un secondo momento si farà ricorso anche ai  fondi europei per le catastrofi. Intanto non si esclude una nuovo sopralluogo del premier, domani in Abruzzo.  

Poche ore prima  del vertice straordinario a Palazzo Chigi, Berlusconi aveva voluto costatare di persona la situazione e dire alla popolazione che “lo Stato c’è, nessuno resterò solo”. Con il premier c’erano il ministro dell’Interno Roberto Maroni, il capo della Protezione civile Guido Bertolaso e il presidente della Regione Gianni Chiodi. Quest’ultimo, per tutto il giorno ha rivolto appelli agli abruzzesi informandoli delle decisioni assunte per fronteggiare l’emergenza (dalla richiesta di donazioni di sangue esaudita nell’arco di poche ore, alla chiusura delle scuole e degli edifici pubblici danneggiati dal sisma) e partecipato al coordinamento degli  interventi dei tecnici  impegnati senza sosta in verifiche, sgomberi, analisi sulle strutture rimaste in piedi.

Una regione in ginocchio. Sono tre  le priorità nella corsa contro il tempo che scandisce le ore e i minuti di una giornata drammatica: riuscire a strappare dalla macerie le persone ancora vive, trovare una sistemazione alle migliaia di sfollati, approntare prima possibile un piano per la ricostruzione.  

Nel “viaggio” attraverso la devastazione e l’orrore della sua terra ferita, il senatore Filippo Piccone (Pdl)  descrive una situazione “allucinante”: a L’Aquila come nei centri più piccoli. Il capoluogo abruzzese “è irriconoscibile – dice mentre cammina tra le rovine dei palazzi –, ovunque c’è devastazione, qui nel centro storico tutte le case sono inagibili. C’è un silenzio indescrivibile e surreale. Calcinacci, muri sventrati, pezzi di vita domestica che spuntano tra le pareti squarciate… questo era uno tra i centri storici più belli d’Italia e vederlo ridotto così  è una sensazione difficile da raccontare”. Dramma che si aggiunge al dramma con la conta dei morti – oltre centocinquanta quelli accertati in serata – inghiottiti dalla potenza di un terremoto che i vecchi abruzzesi paragonano solo a quello che nel 1915 spazzò via Avezzano.  Con le migliaia di persone rimaste senza un tetto, senza niente. Almeno settantamila secondo le ultime stime. Molti di loro salvi per miracolo.

“Il problema è enorme – spiega Piccone – perché  ci sono circa settantamila persone da sistemare in strutture in grado di accoglierle. Tra queste abbiamo ventisettemila studenti che non possono rientrare nelle strutture universitarie destinate all’accoglienza e al soggiorno perché danneggiate pesantemente dal sisma. Per il momento sono stati reperiti quattromila posti negli alberghi della costa e in città si stanno allestendo tendopoli per fronteggiare l’emergenza, ma è ovvio che questo non basta. Anche se in queste ore stiamo ricevendo la disponibilità di tanti  comuni al di fuori del circondario aquilano pronti a mettere a disposizione degli sfollati palestre, scuole, edifici pubblici”.

Dal capoluogo ai piccoli centri della provincia. Il quadro è sempre lo stesso: macerie, disperazione. “Ci sono alcuni paesi come Onna, Castelnuovo, Paganica pressoché rasi al suolo dal sisma. Non si può nemmeno immaginare quello che è accaduto se non si vede di persona – racconta il senatore Piccone che nel pomeriggio ha compiuto un sopralluogo nei paesi disseminati nel territorio aquilano-. Nonostante  una tragedia di queste dimensioni, ho visto nei volti dei miei concittadini tanta voglia di reagire, di rimboccarsi le maniche e ripartire. Non chiedono nulla, solo di avere notizie delle persone che ancora mancano all’appello e di essere messi in condizioni di ricominciare”.

Da questo punto di vista Piccone si dice “fiducioso. Il presidente Berlusconi nella conferenza stampa insieme al capo della Protezione Civile Bertolaso ha detto chiaramente che le risorse per affrontare l’emergenza e pianificare le cose da fare ci sono. Segno evidente che il governo c’è ed è pronto a fare la propria parte. Esattamente come noi abruzzesi, che non staremo con le mani in mano”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il vicepresidente vicario dei senatori del Pdl  Gaetano Quagliariello che commenta: “Chi conosce L’Aquila sa che il bilancio dei danni sarà anche peggiore. Ora il vero problema sono gli sfollati: ma lo Stato farà la sua parte”.  

Quanto alle polemiche sulla possibilità o meno di prevedere l’evento sismico, Piccone taglia corto: “Se il Comitato Grandi Rischi ha stabilito che non c’erano i presupposti non vedo come si possa continuare a far polemica. Adesso ci sono ben altre priorità da affrontare”.