Berlusconi: “L’Italia è una democrazia malata”
15 Dicembre 2007
di redazione
Da Piazza Galvani a Bologna, dove ha improvvisato un comizio Berlusconi se la prende con la magistratura nostrana, rea di averlo fermato mentre tentava di far cadere il governo Prodi durante l’approvazione della Finanziaria.
“Ho invitato a cena alcuni di loro – ha spiegato il Presidente di FI – e ho utilizzato un metodo maieutico-socratico usando parole di estrema correttezza, facendo quello che ogni politico deve sempre cercare di fare, ovvero convincere gli altri. Ho chiesto loro se erano soddisfatti di quanto il governo stava facendo e della legge finanziaria. Le risposte sono state dei sonanti no. A quel punto li ho richiamati alla coerenza dei comportamenti chiedendogli di non votare la fiducia al governo”.
Il Cavaliere rivela poi la presenza di intimidazioni e di pressioni che alcuni politici della coalizione di centro sinistra avrebbero ricevuto in modo da non farli passare dall’altra parte della barricata: “Una decina di senatori, soprattutto della Margherita, avevano deciso di costituire un gruppo autonomo, in modo da poter agire con le mani libere dal vincolo di gruppo. Praticamente volevano votare liberamente dando il loro no alla Finanziaria. Invece qualcuno di questi senatori è stato pedinato, filmato mentre veniva a casa del capo dell’opposizione. Alcuni di questi senatori sono stati interrogati perfino per otto ore, qualcuno è stato comprato attraverso lo shopping che il governo ha fatto con i nostri soldi durante il percorso della Finanziaria”.
Berlusconi se la prende poi con la mole enorme di intercettazioni telefoniche in Italia, auspicando una rivoluzione pacifica: “In Italia ci sono più intercettazioni che in tutto il resto d’Europa. E questo ci costa 550 miliardi di vecchie lire. Mi domando se questo non è davvero un Paese malato, con una democrazia condizionata e derisa. Io dico a tutti voi che dobbiamo fare una rivoluzione pacifica per cambiare questa situazione perché anche voi mentre siete al telefono potreste essere spiati. Una delle prime cose che faremo quando torneremo al governo sarà garantire a tutti i cittadini il diritto alla privacy, il diritto di vivere liberi i loro affetti e la loro intimità”.