Berlusconi nella tana del lupo: “Governabilità e una Europa diversa”
10 Gennaio 2013
di Ronin
Tolto il siparietto, il compitino travagliesco e la prevedibilissima sfuriata del Cav. (come ha detto a un certo punto Santoro "bisogna mettere un po’ di pepe se no è una noia!"), l’apparizione di Silvio Berlusconi a Servizio Pubblico può essere riassunta in due grandi questioni che restano aperte e che il prossimo governo dovrà affrontare, pena il permanere dell’immobilismo politico attuale. E sono la governabilità del Paese e i rapporti tra l’Europa e gli interessi dei singoli Stati nazionali.
Il sermone del Cav. sul funzionamento a singhiozzo dei disegni di legge, sul parlamentarismo rinunciatario, e sullo sfilacciamento dello spettro politico in mille rivoli partitocratici, sarà stato pure fin troppo lungo rispetto al fotogramma del "corpo a corpo" ingaggiato con Santoro verso la fine della trasmissione, o al colpo di scena della letterina by Mattinale, ma pone un problema molto più serio. La fine a cui è destinato il giovane bipolarismo italiano se a febbraio nessuna delle due grandi forze del Paese, il mondo moderato o quello progressista, riuscirà ad imporsi. Sulle riforme costituzionali si gioca la partita del cambiamento, suggerisce il Cav., la nuova forma di governo che riusciremo a darci per il futuro sarà il banco di prova della classe dirigente. Chi ha orecchie per intendere intenda.
La seconda questione è il rapporto tra l’Europa e i Paesi che l’hanno costruita, che ormai è assodato non può essere solo economico-finanziario, ma nonostante tutto tale continua ad essere. A sentire l’umore popolaresco e giovanile del pubblico e degli ospiti di Santoro, c’è sfiducia verso un euro sentito come una moneta che divide piuttosto che unire. L’imprenditrice trevigiana incazzata nera con la Trilaterale e Goldman sta lì a dimostrarlo. Ed è a questi totem e tabù che occorre guardare, visto che non siamo ancora usciti dalla crisi, che non ci vuole molto a ricascarci, che lo scenario politico davanti a noi non assicura la governabilità, e che la BCE non batterà moneta come fa Bernanke per molto altro tempo. All’Italia invece serve un governo forte in una Europa dove ad essere rappresentati siano i singoli interessi nazionali, com’è giusto in una "Unione" che si ripetti.
Dello spettacolo televisivo di stanotte sentiremo di tutto, si parlerà del Berlusconi soavemente strafottente, cupo torvo o sorridente. Ogni italiano, abituato a calarsi nel ruolo di allenatore della Nazionale, farà l’Aldo Grasso della situazione dicendo la sua in fatto di critica televisiva. Chissà che non si trovi anche il tempo di pensare alle questioni appena ricordate.