Berlusconi: “Prendere tempo serve alle manovre di palazzo”

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Berlusconi: “Prendere tempo serve alle manovre di palazzo”

29 Gennaio 2008

Attenti al Quirinale. Perché il presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano potrebbe non essere arbitro ma parte in causa nella crisi,
ritardando lo scioglimento delle camere e il ritorno alle urne. Silvio
Berlusconi confessa ai suoi di non fidarsi in assoluto della neutralità del
Colle. Né la consultazione, celebrata in mattinata, tra il Capo dello Stato e
il leader del centrodestra è servita alle parti per chiarirsi. Il Cavaliere ha
detto a Napolitano ciò che poi ha ripetuto ai giornalisti accreditati al
Quirinale. E cioè che l’ipotesi di un mandato a Franco Marini o a Giuliano
Amato per formare un governo a termine “francamente mi sembra tempo perso per
il Paese e non piacerebbe ai cittadini, che non ne capirebbero il senso”. E’
questo il motivo per cui il leader del centrodestra ha offerto a Napolitano una
soluzione sola: elezioni, e subito. Il Capo dello Stato ha registrato la
posizione di Forza Italia, simile a quella di An e Lega Nord, ma non è sembrato
intenzionato a recedere dal tentativo di una ricomposizione che eviti le urne.
Non a caso, passati alcuni minuti dalla consultazione berlusconiana, è trapelata
una velina (poi smentita) in cui Quirinale ha fatto sapere che di sciogliere le
camere non se ne parla, finché a chiederlo non sarà la maggioranza delle forze
rappresentate in Parlamento.

Tornato nella sua residenza di Palazzo Grazioli, Berlusconi ha
incontrato Gianfranco
Fini, Roberto
Calderoli e poi ancora i dirigenti azzurri. “Bisogna fare
presto”, è la parola d’ordine. Il timore diffuso nei partiti del “voto subito”,
è che il trascorrere del tempo contribuisca soltanto a intorbidire le acque. E
a favorire soluzioni oblique. Elenco dei senatori alla mano, si ricominciano a
fare due conti. Un governo “del Presidente”, guidato da Marini o Amato, potrebbe
anche essere autosufficiente, forte del ripescaggio di mastelliani, diniani e
di qualche innesto dall’Udc (leggi Mario Baccini, in forte polemica con i
vertici centristi). Ecco perché più tempo passa, più il ventaglio delle
soluzioni si amplia e le elezioni si allontanano.

Un mandato esplorativo?  “Mi
sembra che sia inutile visto che l’esplorazione la sta facendo il presidente
della Repubblica”, taglia corto Berlusconi. La legge elettorale? Il Cavaliere
chiude la porta a una riforma del sistema vigente.  Così come dice no alle riforme: “Non è
possibile realizzarle rapidamente perché bisogna intervenire sull’architettura
istituzionale” e il processo di riforma costituzionale ha i tempi che ha.
Eppoi, “sulla riforma elettorale non si è trovato l’accordo in due anni. Come
si può pensare di tenere il Paese, che ha bisogno di un governo vero, sospeso
alla ricerca di qualcosa su cui non esiste neppure lontanamente una piattaforma
comune?”.

Tempo
scaduto. In Forza Italia sanno che Napolitano con tutta probabilità assegnerà
un mandato “pieno” a Marini o Amato – molto più accreditato il primo che il
secondo –, la speranza è che, in assenza di larghe intese, né l’uno né l’altro
vogliano prestarsi alla ricorsa dei senatori a vita per garantirsi di volta in
volta la sopravvivenza in Senato. Intanto però l’ex presidente del Consiglio
ritrova l’unità del centrodestra, persa, per sua stessa ammissione, a causa di
“personalismi, anche comprensibili, che però sono rientrati e che oggi non
esistono più”. Malgrado il caso Baccini, ora Berlusconi ha fiducia anche nel
recupero completo dell’Udc: “Non credo che Casini si sfilerà”, ha confidato il
Cavaliere.