Berlusconi presenta le “7 missioni per rilanciare l’Italia”
29 Febbraio 2008
Sette
missioni per rilanciare l’Italia, sia pure senza “miracoli”. Dodici pagine di
programma. Una divertita smentita su un suo presunto malessere di cui si era
vociferato su alcuni quotidiani. E un richiamo alla serietà che
contraddistinguerà la formulazione delle liste. Silvio Berlusconi sale sulla
scena dell’Auditorium romano di Via della Conciliazione e annuncia le linee
guida del programma con cui il centrodestra, nella sua nuova formulazione, si
avvia alla grande campagna per la riconquista di Palazzo Chigi. Il tono è
quello frizzante e coinvolgente di sempre così come il ricorso alle immagini e
la proiezione sullo schermo della suggestione verbale di una prospettiva di
ampio respiro per il futuro del Paese. Ma la parola d’ordine questa volta è
evitare di vendere illusioni, cercando piuttosto di distribuire certezze,
perché la situazione del Paese è quella che è e l’eredità lasciata dal governo
Prodi è destinata a pesare nelle strategie future dell’esecutivo che verrà.
La
stessa scelta delle “missioni” appare molto circostanziata e ricca di dettagli
in modo da essere percepita come credibile e affidabile. Certo poi, negli
ultimi giorni ci sarà un rilancio con la presentazione di un altro patto con
gli italiani. Ma ora è tempo di costruire l’edificio programmatico e gettare
fondamenta solide e verificabili. Una struttura che poggerà su sette pilastri.
La prima missione sarà quella di rilanciare lo sviluppo, archiviando
“quell’atmosfera di minaccia e terrore che Visco e Prodi hanno introdotto in
questo Paese”. Un capitolo che contiene misure per le imprese e il lavoro come,
fra l’altro, la detassazione degli straordinari, premi e incentivi legati a
incrementi di produttività, graduale detassazione delle tredicesime o di una
mensilità, versamento Iva dovuto solo dopo il reale incasso della fattura,
riforma degli studi di settore, graduale e progressiva abolizione dell’Irap, a
partire dall’abolizione dell’Irap sul costo del lavoro e sulle perdite e
graduale riduzione dell’Iva sul turismo. Nella stessa missione rientrano, per
quanto riguarda le infrastrutture, lo sviluppo di nuove fonti di energia e
telecomunicazioni, il rilancio della «Legge Obiettivo» e delle Grandi Opere con
priorità alle Pedemontane lombarda e veneta, al tanto sospirato Ponte sullo
Stretto di Messina e all’Alta velocità ferroviaria, il rilancio del trasporto
aereo, con la valorizzazione e lo sviluppo degli «Hub» di Malpensa e di
Fiumicino, la partecipazione ai progetti europei di energia nucleare di ultima
generazione.
La
seconda missione sarà quella del sostegno alla famiglia “ovvero quella comunità
naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna”. E per sostenere la famiglia
il Pdl propone: meno tasse, una casa per tutti, migliori servizi sociali e la
possibilità di mettere i giovani in condizione di costruire il loro futuro
attraverso il piano dei 100 mila alloggi per le giovani
coppie. La terza missione sarà quella di imporre più sicurezza e più giustizia.
La quarta offrire migliori servizi ai cittadini. La quinta rilanciare il
Mezzogiorno. La sesta proseguire sulla strada del federalismo. La settima
sviluppare un piano straordinario di finanza pubblica. L’obiettivo finale è
portare la «pressione fiscale sotto il 40%». Ma anche sviluppare una grande
attenzione verso le liberalizzazioni, in particolare quelle dei servizi privati
e pubblici per migliorare il rapporto qualità/prezzo a favore dei consumatori a
partire dal carico delle bollette. E poi, ancora, la liquidazione delle società
pubbliche non essenziali, nonchè la
difesa dei consumatori generalizzando e rafforzando il principio di
«portabilità» dei rapporti con le banche.
«Ma non promettiamo e non facciamo miracoli – precisa il Cavaliere – la
situazione è difficile e gli italiani devono essere coscienti di questo».
Berlusconi
smentisce poi alcuni dati per assodati dall’esecutivo uscente. «Non è vero che
sono stati recuperati 40 miliardi. Abbiamo fatto i nostri conti e alla fine
risulta che la lotta all’evasione del governo Prodi ha portato meno di 2
miliardi di euro». E ancora: «Porteremo l’abolizione dell’Ici sulla prima casa
al primo Consiglio dei Ministri». Come traguardo in 5 anni Berlusconi indica
quello del «quoziente familiare: chi ha dei figli deve pagare meno tasse di chi
non lo ha». Per la famiglia è prevista «l’introduzione del bonus bebè di 1.000
euro che noi avevamo introdotto e la sinistra ha cancellato».
Il
tutto distribuito in dodici pagine, «altro che le 300 presentate e mai
realizzate dal governo Prodi», dice il Cavaliere che tiene a precisare: «Questa
è una prima fondamentale diversità tra noi e la sinistra. Il nostro programma è
un impegno morale che assumiamo nei confronti degli italiani. E poichè non
facciamo promesse che non possiamo mantenere, vogliamo chiarire che alcuni
punti potranno essere realizzati solo se si verificheranno certe condizioni».
Il leader azzurro non risparmia le critiche al Pd ricordando che da Prodi e
Visco «è venuto solo terrore. Quel Prodi e quel Visco che sono ancora
protagonisti nel Pd. La sinistra ha fatto piangere tutti. È andata oltre lo slogan
anche i ricchi piangano. I programmi di sinistra – dice il Cavaliere – hanno il
valore di uno specchietto per le allodole perchè mai la sinistra giunta al
potere ha tenuto conto del programma che aveva presentato agli elettori».
Berlusconi aggiunge: «Il nostro programma è ancora lo storico programma del
centrodestra, quello che Veltroni e compagnia bella hanno praticamente preso
per metterlo nei loro punti ma che sono antitetici ai programmi che avevano
presentato in passato e alla loro azione di governo». Sulle liste il Cavaliere
dà appuntamento a lunedì «quando cominceremo a parlare di candidature». Veline
in lista? «Non ce ne saranno. Ci sarà invece posto per molti giovani e per le
donne, il 30%». C’è poi la riapertura di un capitolo spinoso, impegnativo e
rischioso. Non si abbandona, infatti, il progetto di rafforzare «la distinzione
delle funzioni nella magistratura, come avviene in tutti i paesi europei»
mentre sul fronte delle intercettazioni se ne prevede la limitazione «al
contrasto dei reati più gravi», mentre la loro diffusione e pubblicazione
comporterà «pesanti sanzioni a carico di tutti coloro che concorrono alla
diffusione e pubblicazione».
È prevista, infine, la riforma della normativa
costituzionale in tema di responsabilità penale, civile e disciplinare dei
magistrati, al fine di aumentare le garanzie per i cittadini. L’ultimo flash è
la trasparenza della squadra di governo di fronte agli elettori. Berlusconi, in
questo senso, non nasconde un’ambizione: presentare la squadra dei suoi ministri
prima del voto. Un drappello che sarà composto dai titolari di dodici dicasteri
più tre senza portafoglio.