Berlusconi: “Scajola ha alto senso dello Stato”
04 Maggio 2010
di redazione
"Il Ministro Scajola ha assunto una decisione sofferta e dolorosa, che conferma la sua sensibilità istituzionale e il suo alto senso dello Stato, per poter dimostrare la sua totale estraneità ai fatti e fare chiarezza su quanto gli viene attribuito". Lo afferma il premier Silvio Berlusconi. "Al Ministro Scajola va l’apprezzamento mio e di tutto il Governo per come ha interpretato il ruolo di ministro dello Sviluppo Economico in una fase difficile e delicata che, anche grazie al suo contributo, l’Italia sta superando meglio di altri Paesi", conclude.
Sulla libertà di stampa. "Se c’è una cosa" che è "sotto gli occhi di tutti" è che in Italia "c’è fin troppa libertà di stampa". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi. Berlusconi ha voluto comparare il giudizio piuttosto positivo dato dall’Ocse al sistema della protezione civile italiano con i rapporti di altre organizzazioni internazionali non troppo lusinghieri nei confronti dell’Italia. Ed in particolari quelli sulla libertà di informazione. "Le porgo i miei più sentiti ringraziamenti e la ringrazio per l’oggettività della vostra ricerca", ha detto il premier, rivolgendosi al segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria, nel corso di una conferenza stampa di presentazione dello studio dell’organizzazione internazionale. "Altre volte abbiamo avuto degli esami fatti al nostro sistema e cito l’ultimo fatto sulla libertà di stampa e ci siamo visti mettere in situazione di grande distanza dai primi: ora credo che se c’è una cosa in Italia che è sotto gli occhi di tutti e su cui c’è la sicurezza di tutti è che abbiamo fin troppa libertà di stampa: credo che questo – ha aggiunto – sia un fatto che non è discutibile".
Tornando alle dimissioni dell’ex ministro Scajola si possono ricostruire i precedenti in cui il premier ha avuto a che fare con le dimissioni di un suo ministro. Nelle sue 4 esperienze a Palazzo Chigi, il cavaliere ha già dovuto affrontare altre 11 volte l’addio di un ministro al governo. La prima risale al 5 gennaio 2002 : RENATO RUGGIERO, ex direttore generale del Wto, se ne va non condividendo alcune dichiarazioni euroscettiche di altri membri del governo. Il 3 luglio 2002 CLAUDIO SCAJOLA è costretto alle dimissioni per una sua frase su Marco Biagi, il giuslavorista ucciso dalle Br, bollato, durate una chiacchierata informale riportata dal Sole 24ore e dal Corriere della Sera come "un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto di consulenza". Nuova crisi nel 2004. Dopo tre anni di conduzione del ministero dell’economia, GIULIO TREMONTI è costretto alle dimissioni il 3 luglio 2004. Al posto di Tremonti arriva DOMENICO SINICALCO, scelto in qualità di tecnico. Ma il nuovo ministro deve lasciare sia per divergenze con Berlusconi sulle scelte di politica economica sia per essere rimasto solo nella sua battaglia contro il governatore della Banca D’Italia Fazio. Le dimissioni vengono presentate il 22 settembre 2005. Al suo posto torna Giulio Tremonti.
Dimissioni di massa il 15 Aprile del 2005. Dal governo Berlusconi si sfila tutta la delegazione dell’Udc: se ne vanno il vicepremier MARCO FOLLINI , il ministro della Funzione Pubblica MARIO BACCINI, il ministro per i rapporti con il Parlamento CARLO GIOVANARDI e il ministro perle Politiche Comunitarie ROCCO BUTTIGLIONE . Il 18 febbraio 2006 a doversene andare è il ministro della lega ROBERTO CALDEROLI, che lascia la poltrona del ministro delle Riforme in seguito alle polemiche sorte dopo che si era fatto riprendere indossando una t-shirt con le vignette danesi contro Maometto. Un mese dopo, il 10 marzo del 2006, deve lasciare il ministro della Sanità FRANCESCO STORACE, sotto inchiesta con l’accusa di aver fatto intercettare Piero Marrazzo e Alessandra Mussolini, suoi rivali alle elezioni regionali del 2005.
Nel nuovo governo Berlusconi, nato dopo la vittoria del centrodestra alle elezioni del 2008, prima di Scajola c’è stato solo il caso delle dimissioni lampo del ministro degli Affari regionali RAFFAELE FITTO : il 31 marzo del 2010 il ministro presenta le sue dimissioni sentendosi responsabile della sconfitta di Rocco Palese alle regionali in Puglia. Ma Berlusconi le respinge il giorno dopo.