Berlusconi: “Sì a riforma della giustizia. A Napoli l’emergenza rifiuti è finita”
16 Luglio 2008
Squadra di governo, riforma della giustizia ed intercettazioni. Ma pure il tema del dialogo con l’opposizione e quello della nascita del Pdl con la fusione tra Forza Italia ed An. E’ un Silvio Berlusconi a 360 gradi quello che ieri sera ha varcato tra gli applausi l’ingresso della Sala Regina di Montecitorio. Oggetto dell’incontro: una riunione con i deputati del Pdl, una sorta di briefing con il gruppo prima di congedarsi per le vacanze. Ma anche l’occasione per fare il punto della situazione dopo novanta giorni di governo indicando alcune linee d’intervento. Prima di tutto però i sondaggi, quelli sulla popolarità dell’esecutivo, che con malcelata soddisfazione Berlusconi snocciola ai suoi deputati. Una risposta anche a chi nella mattinata aveva messo in giro dati e cifre che indicavano una crisi nel rapporto tra governo e cittadini. E così il premier annuncia che “siamo al 59 per cento” mentre per quanto gli riguarda gli italiani che hanno fiducia in lui sono il “62 per cento”.
Nessuna fine della luna di miele, quindi. E questo, chiarisce Berlusconi, grazie soprattutto al governo che “ha fatto finora benissimo e il Pdl, che è il gruppo più numeroso, deve avere l’orgoglio di questo”. E proprio l’esecutivo è in cima all’agenda del premier visto che parlando alla sua pattuglia di deputati confida l’intento di “allargare la squadra di governo a settembre”. Nuovi sottosegretari e la promozione di altri a viceministri. Per la verità la voce di un rafforzamento della squadra di governo circolava da tempo e lo stesso Cavaliere in più occasioni non aveva fatto mistero della necessità di mettere mano alla compagine governativa. In effetti finora aveva dovuto riporre il proposito per le eccessive tensioni nella maggioranza (leggi in particolare la Lega contraria all’ipotesi di un viceministro da affiancare al ministro dell’Interno Maroni). Ma adesso, fa capire il premier ai suoi deputati, sarebbe giunto il momento di rompere gli indugi anche “perché ci sono ministri che non possono essere contemporaneamente alla Camera e al Senato”. Un allargamento che però qualcuno vede anche come un sistema per ridurre i musi lunghi nel Pdl che in più di un’occasione hanno fatto inciampare, soprattutto alla Camera, il gruppo. Non è un mistero infatti che l’esclusione di molti deputati dai posti di governo e sottogoverno abbia creato una fascia non tanto piccola di dissenso nel Pdl che alla lunga potrebbe pesare sull’azione dell’esecutivo. Un rischio che quindi ora il Cavaliere vuole definitivamente eliminare aprendo le porte di Palazzo Chigi.
E sempre in tema di cambiamenti il Cavaliere durante la riunione affronta anche la questione “nascita del Pdl” e “fusione tra An e Fi”. Tema di non secondo piano e che negli ultimi giorni ha creato più di qualche frizione tra i due alleati. In particolare sarebbe An a spingere sull’acceleratore per arrivare in tempi rapidi al nuovo partito. Accelerazione che però finora i vertici di via dell’Umiltà hanno evitato preferendo un atteggiamento più soft. Divergenze di strategia che appunto avrebbero creato più di qualche contrasto tra An e Fi. Da qui l’analisi di ieri sera di Berlusconi, convinto che si stiano facendo grandi passi verso la nascita ufficiale del Popolo della libertà anche se al momento non ci sarebbe alcuna certezza sui tempi del “processo di fusione”. Il premier ha spiegato ai suoi deputati che sia Forza Italia che Alleanza nazionale sono d’accordo sulla necessità di accelerare i tempi, ma esiste ancora il problema di decidere il metodo che porterà alla creazione del soggetto unitario del centrodestra. Questione certo di non poco conto.
Non solo questioni interne alla maggioranza però nell’incontro di ieri, nel corso del quale è stato affrontato anche il tema della giustizia. Immancabile il riferimento alle vicende che vedono coinvolto il primo ministro. “Quando sarà passato tutto questo – si è sfogato Berlusconi-, vorrò organizzare un incontro con tutti voi per raccontarvi tutti i miei processi”. Una riunione necessaria “perché sono stato vittima di un’aggressione senza precedenti, di processi che si sono tutti risolti con assoluzioni”. Il premier ha inoltre ribadito “l’assoluta necessità di una grande riforma della giustizia”. Riforma che però Berlusconi non avrebbe delineato con precisione, limitandosi a diffondere un altro sondaggio in cui su 3mila elettori del Pdl interpellati “solo il 6 per cento ha fiducia in questa giustizia”. Un modo per dire che la riforma avrebbe “il sostegno della nostra gente”. Giustizia ma anche riforme strutturali, considerate da Berlusconi necessarie al punto che “le faremo con loro o senza di loro”. Un evidente riferimento all’opposizione ed al Pd che per il premier sta “pagando l’alleanza giustizialista” con l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. Da qui la riflessione di Berlusconi che “il dialogo loro non lo meritano perché non sono in grado di darlo. Il dialogo se c’è è bene altrimenti noi andiamo avanti con i nostri numeri”. Tra le materie su cui intervenire anche la questione intercettazioni. Berlusconi ha ribadito la necessità di una normativa che ne limiti l’eccessivo utilizzo convinto che la pubblicazione delle intercettazioni sia una “barbarie”, qualcosa che “non appartiene ad un paese civile”.
Infine, non è mancato un accenno anche alla questione rifiuti con il premier che ha comunicato anticipatamente ai suoi deputati la fine dell’emergenza. Per venerdì infatti è prevista la seconda riunione del Consiglio dei ministri a Napoli in due mesi e lì il Cavaliere annuncerà che “il problema della spazzatura è risolto”.