Berlusconi si candida ma il problema non è la Severino

Silvio Berlusconi si candida alle elezioni europee: "Sarò felice di essere in campo nelle cinque circoscrizioni che sempre mi hanno dato tra i 600 ed i 700.000 voti ciascuna", dice il leader di Fi, "Spero di poter avere velocemente una risposta dalla Corte europea". La dicussione seguita alle dichiarazione del Cav. sembra concentrarsi tutta sulla sua incandidabilità, sulla Legge Severino, sulla udienza del prossimo 10 aprile che deciderà tra arresti domiciliari e servizi sociali. Berlusconi sarà all’udienza ma ieri ha definito "ridicola per una persona della mia età, una persona di Stato, di sport e di impresa" l’ipotesi dei domiciliari o dei servizi sociali "è ridicolo, sia per me sia per l’Italia". Il Pd ha già iniziato a sparare sulla candidatura e il possibile futuro ricorso alla Corte di Giustizia Europea. Il consigliere politico Toti ha parlato di "lesione alla democrazia" twittando un "hanno paura di Silvio". Certo presto il Cav. dovrà fare i conti con le eventuali modalità di sconto della pena decise dal Tribunale. Ma la verità è che ancora una volta non tutto nei destini di Berlusconi e della Forza Italia 2.0 ruota intorno alla vicende giudiziarie, le condanne e i ricorsi. Ci sono i sondaggi, che danno il Cav. non certo in forma smagliante. Ci sono le contraddizioni politiche di un partito, Fi, alla opposizione ma che collabora con Renzi sulle riforme. Ci sono i paradossi di una forza politica che vuole rappresentare i moderati ma poi li spaventa con falchi e falchetti.