Berlusconi: “Sono super, ho le palle, cambierò la Costituzione”
10 Dicembre 2009
Chiede un minuto per parlare del suo Paese. Lo fa durante l’intervento davanti alla platea del congresso del Ppe a Bonn. Silvio Berlusconi coglie al volo l’occasione per tornare sui temi che gli stanno più a cuore: dalla giustizia alla stagione delle riforme per modernizzare l’Italia. Non mancano passaggi sui giudici che si sono sostituiti al Parlamento, la sinistra allo sbando, la maggioranza coesa e il premier “con le palle”. Infine, l’annuncio di voler mettere mano alla Costituzione per chiudere una “fase di transizione”.
“Abbiamo una maggioranza coesa e forte e un premier super. C’è una sinistra che ha attaccato il presidente del Consiglio su tutti i fronti inventandosi delle calunnie su tutti i fronti”, è l’affondo del Cav. davanti alla platea dei popolari europei. Ma la sua non è una semplice digressione, bensì un ragionamento sulla situazione italiana. Berlusconi aggiunge: “Chi crede in me è ancora più convinto. Tutti si dicono: dove si trova uno forte e duro con le palle come Silvio Berlusconi. La sovranità oggi in italia, e non credo di dire una cosa eccessiva, è passata dal parlamento al partito dei giudici. La Corte costituzionale non è più un organo di garanzia ma in Italia è diventato un organo politico.
Il partito dei giudici di sinistra – insiste il presidente del Consiglio – si è rivolto alla Consulta che è composta da 11 membri su 15 da componenti di sinistra e abroga le leggi fatte. In sostanza la sovranità è passata dal Parlamento al partito dei giudici”. Ed è per contrastare questa anomalia che Berlusconi annuncia una riforma della Carta: “Contro il partito dei giudici cambieremo la Costituzione . In Italia succede un fatto particolare di transizione a cui dobbiamo rimediare: la sovranità, dice la Costituzione, appartiene al popolo”, il Parlamento “fa le leggi, ma se queste non piacciono al partito dei giudici questo si rivolge alla Corte Costituzionale” che “abroga la legge”.
Poi si concentra sul ruolo del Ppe di cui il Pdl fa parte per dire che “possiamo dare un impulso veramente importante all’Europa” ed esorta ad “essere protagonisti anche nella politica estera dove abbiamo parlato con troppe voci diverse. È necessario inserirsi nel dialogo a due tra Cina e Stati Uniti”. Insomma, l’Europa deve parlare con una voce sola, anche a Strasburgo. Non a caso il premier sollecita “una politica comune anche per l’energia” perché “dobbiamo preoccuparci di diversificare le fonti” e boccia quella che definisce una “schiera di speculatori” nelle cui mani sono i prezzi del petrolio, ma anche quelli dell’acciaio, del rame del grano, del riso e della soia. E ricordando le decisioni prese al G8 dell’Aquila, ribadisce la necessitàè di frenare la speculazione finanziaria. ”Serve una lotta dura alla speculazione internazionale che ha provocato tante vittime. Le speculazioni, aggiunge Berlusconi, hanno portato il petrolio “da 30 a 150 dollari al barile in un contesto di diminuzione prezzo”. E questo dimostra come si sia ”in balia di una schiera di speculatori”; una situazione che “si calcola abbia portato alla fame altri 100 milioni di persone nel Mondo”.
Sul capitolo immigrazione il presidente del Consiglio osserva come non debbano più essere solo i paesi del Mediterraneo a farsi carico del problema”. Stesso ragionamento a proposito della politica si difesa. “Abbiamo una spesa che da anni può essere ridotta. Occorrono delle forze armate europee che possono inserirsi nella Nato ed essere portatori di pace. Oggi andiamo troppo divisi” anche “rispetto alle richieste di Obama”.
La chiusa del ragionamento la riserva ancora alle vicende italiane e allo stato di salute della maggioranza di governo. Il Cav. non ha dubbi: è forte e coesa con “un premier super. Tutti si domandano dove si trova uno forte e duro con le palle come Silvio Berlusconi?”. Interrogativo che per il Cav. contiene già in sé la risposta.
Le parole del premier rimbalzano in Italia e la polemica si accende, con l’opposizione che insorge e la maggioranza che fa quadrato, come nel caso di Bossi che non usa giri di parole: “Berlusconi è l’unico che ha le palle”.