Bersani a Renzi: “Pd perde, serve umiltà”. Ma sinistra si allinea su referendum
21 Giugno 2016
“Renzi deve avere l’umiltà di riflettere”, lo dice Pier Luigi Bersani ad Agorà su Raitre, commentando gli esiti delle elezioni amministrative. “Abbiamo perso – ha sottolineato l’ex segretario Pd – perché abbiamo perso contatto con la realtà”. Realtà che secondo Bersani “non è quella che si sta raccontando, che Renzi sta raccontando”. “Ci sono troppi applausi in giro” e “poi ci si sveglia il mattino e ci si accorge che la realtà è diversa, che noi appariamo troppo quelli dell’establishment”.
Bersani parla dei risultati alle amministrative anche in una intervista al Corriere. “Qui si rischia di far scomparire il noi e questa è l’ultima occasione per correggere il tiro, non possiamo permetterci di perderla. Io davvero non lo so se abbiamo più tempo”, spiega l’ex segretario del partito democratico parlando del partito a trazione renziana. “Io vorrei solo ricordare che questa separazione tra segretario e premier, che a me pare una premessa per lavorare, fu voluta da Renzi col mio consenso. Non vedo quindi perché ci si scandalizza se siamo noi a chiederlo”, aggiunge, chiedendo implicitamente un passo indietro del premier da segretario del Pd.
Poi Bersani attacca sulle alleanze in parlamento volute da Renzi: “E’ una bugia, è una falsità” che parti del Pd abbiano lasciato il governo senza maggioranza, “ho votato una cinquantina di fiducie. Non c’è mai stato bisogno di Verdini“. “Quest’idea che si possa surrogare la destra a partire da sinistra è un’idea demenziale. Quindi far evolvere la sinistra, non lasciarla ai vecchi tempi, sono stra-d’accordo, però perdere il concetto che sinistra è quel modo di vedere che difende il lavoratore, l’utente, il cittadino dalle prepotenze del mercato, se non sentono questo, la destra non ci viene in soccorso”.
“Non vedo un grandissimo problema sul referendum, purché si ragioni. Io la riforma l’ho votata, ha luci ed ombre. Se la si gestisce – e questo dipende da Renzi – come se fosse un referendum pro o contro Renzi, si corre qualche rischio in più, perchè più che ammucchiarsi tutti contro, credo sia mal sopportato il tema di legare la Costituzione a una vicenda di governo e di leadership”, dice Bersani parlando del referendum costituzionale.
“Fior di costituzionalisti, senza demonizzare la riforma, mal sopportano che si forzi in senso plebiscitario. Suggerisco che non si demonizzi il no, si ragioni col no”, aggiunge. “Se la campagna referendaria però verrà brandita nel modo che sto vedendo, se si va avanti nel titolare le feste dell’Unita’ ‘l’Italia che dice sì’, se si continua a dire che se vince il no si dimette il governo, non mi vedranno ai banchetti. Perché non sono d’accordo a interpretarla nel senso che ogni governo si fa la sua Costituzione. Renzi non deve mettere in gioco se stesso sulla Costituzione: non l’ha fatto neanche De Gasperi….”, conclude l’ex segretario del Pd.
Infine una battuta sulla situazione economica: “E’ conclamato che la forbice sociale durante questa crisi in Europa, negli Stati Uniti e in Italia si è allargata in modo inedito dal dopoguerra. Dovrebbe essere un tema centrale o lo lasciamo solo a Bergoglio?”