Biden a Kiev, siamo al punto di svolta? Nel frattempo un’ombra si muove da Pechino

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Biden a Kiev, siamo al punto di svolta? Nel frattempo un’ombra si muove da Pechino

Biden a Kiev, siamo al punto di svolta? Nel frattempo un’ombra si muove da Pechino

20 Febbraio 2023

Joe Biden a Kiev blindata. Tra imponenti misure di sicurezza, con numerosi aerei da ricognizione e guerra elettronica in volo al confine con la Polonia, il presidente americano lunedì è arrivato nella capitale ucraina per una visita a sorpresa. L’obiettivo è ribadire il “supporto americano” al Paese alleato e annunciare nuove consegne di armi e altro “equipaggiamento critico”. Munizioni di artiglieria, sistemi anti-carro e sistemi radar per la sorveglianza aerea, tra gli altri. Inoltre, il presidente americano ha fatto riferimento a nuove sanzioni contro l’elite economica russa.

La visita di Joe Biden a Kiev giunge alla vigilia dell’intervento del presidente Putin davanti all’Assemblea della Federazione Russa. Secondo alcuni osservatori, le parole di Putin potrebbero diventare più aggressive e determinate proprio a causa della visita. Il presidente Usa ha sottolineato invece come l’attacco alla democrazia sferrato da Putin si sia rivelato un fallimento. Nonostante le aspettative iniziali dello Zar che immaginava un’Ucraina debole e l’Occidente diviso.

Biden a Kiev, un punto di svolta

La visita di Biden potrebbe rappresentare un importante punto di svolta nella guerra che da un anno affligge l’Ucraina e l’Europa. Gli Usa sono stati fino adesso i primi fornitori di aiuti militari e finanziari a Kiev, per 29,3 miliardi di dollari. Il secondo donatore, per fare un paragone, cioè il Regno Unito. ha donato 2,3 miliardi di dollari. Sugli F-16, “Washington sta lavorando a stretto contatto e in modo diretto” con Kiev, per individuare “quali sono le necessità e quando ne avranno bisogno”. Inviare gli F-16, insieme agli Abrams, potrebbe cambiare i destini del conflitto. Resta da parte della Casa Bianca il timore di un’escalation del conflitto.

Aggiungiamo però che al Congresso Usa, un gruppo di trumpiani ha presentato una risoluzione che, se dovesse passare, spingerebbe la Camera a fermare gli aiuti militari e finanziari all’Ucraina. Il gruppo ha fatto anche un appello urgente a tutte le parti in causa a raggiungere un accordo di pace. La risoluzione della destra Usa è un pericolo sia per l’amministrazione Biden, sia per i Democratici. Va detto inoltre che alla Camera c’è uno speaker debole, Kevin McCarthy, eletto solo dopo aver accettato il ricatto degli esponenti dei trumpisti irriducibili.

L’opinione pubblica americana comincia a mostrare alcuni segni di stanchezza. O perlomeno una sorta di assuefazione alla guerra. I grandi network dedicano meno spazio al conflitto. Un sondaggio del National Opinion Research Center con Ap ha rilevato come il sostegno degli americani agli aiuti militari stia calando. A maggio dell’anno scorso era pari al 60 per cento, ora è sotto il 50.

La visita cinese a Mosca

Ricordiamo che proprio in queste ore il Cremlino ha confermato la visita del ministro degli esteri cinese Yi a Mosca. Questo potrebbe segnare un altro passo avanti verso una maggiore cooperazione tra i due Paesi. In un momento in cui la Cina sta emergendo come una potenza economica e politica sempre più influente. Il ministro degli Esteri cinese potrebbe avere intenzione di mettere sul tavolo un piano per la pace, in un momento di grande tensione internazionale.

La visita di Biden può anche essere letta come un avvertimento. Gli Usa hanno accusato il regime russo di crimini di guerra. Un avvertimento indiretto a Pechino di non sostenere militarmente Mosca e ai Paesi europei di non mollare proprio in un momento decisivo del conflitto.

Nel frattempo dalla Cina arriva una risposta secca alle recenti dichiarazioni degli Stati Uniti riguardo alle presunte forniture di armi cinesi alla Russia nella guerra contro l’Ucraina. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, ha definito tali affermazioni “false”. Accusato gli Stati Uniti di esercitare una coercizione e indebite pressioni sulle relazioni tra Cina e Russia.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è a Varsavia per un incontro con il primo ministro Mateusz Morawiecki. Se altri leader europei decidessero di unirsi alla visita di Biden, probabilmente ci troveremmo di fronte al vero punto di svolta della situazione.

La visita di Joe Biden a Kiev è un forte atto politico, un messaggio agli alleati e agli avversari, un giro di vite non solo di questa guerra ma dello scenario internazionale futuro. L’Occidente deve agire tempestivamente per impedire che sia la Cina a offrire un piano di pace alla Russia. Zelensky ha definito l’incontro il “più importante nella storia delle relazioni ucraino-americane”, che suona come un nuovo messaggio all’Europa e alla Russia. I rapporti tra Washington e Kiev sono saldi. Le pressioni per raggiungere una soluzione di pace, probabilmente, anche.