Biden-Palin: la sfida dei vice è servita

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Biden-Palin: la sfida dei vice è servita

02 Ottobre 2008

Lei punta sulla grinta, lui sull’esperienza. Lei è un’assoluta novità nel panorama della politica nazionale, lui una vecchia volpe di Washington. Sarah Palin e Joseph Biden non potrebbero essere più diversi. E proprio per questo c’è grande attesa per il dibattito televisivo di stasera, in programma a St. Louis, in Missouri. L’unico, prima dell’Election Day, tra i vice di John McCain e Barack Obama. Il duello tra la giovane governatrice dell’Alaska e il navigato senatore del Delaware ha già fatto registrare un record: sono ben 3100 gli accrediti stampa richiesti alla Commissione per i dibattiti presidenziali. Mai così tanti per un dibattito tra i numeri 2 dei ticket per la Casa Bianca.  

Ovviamente, il maggiore interesse è destato dalla “wonder woman” repubblicana, che, dopo la scelta di McCain, ha rubato la scena per molti giorni alla superstar Obama. La Palin ha dato nuova energia alla base conservatrice. Tuttavia, non pochi (anche nel GOP) hanno espresso più di qualche dubbio sulle sue capacità di rivestire il ruolo di vicepresidente, “ad un battito di cuore” dallo Studio Ovale come amano dire negli States. Sarah è uscita dalle prime interviste, dopo la nomina, con qualche ammaccatura. Non ha saputo spiegare adeguatamente la dottrina Bush in politica estera, è sembrata appoggiare l’idea di Obama sul bombardamento delle postazioni terroriste in Pakistan. Sulla Russia ha utilizzato un linguaggio aggressivo. Fin troppo. E per dar prova della sua esperienza sulla politica di Mosca, ha risposto, quasi fosse garanzia di competenza, che la sua Alaska confina con la Russia. 

Per Biden, che peraltro ha fama di gaffeur, sarebbe però un grave errore sottovalutare la numero due di McCain. Lo sanno bene in Alaska (e lo ricorda con evidenza “The Politico.com”), dove nel 2006, Sarah Palin si rivelò estremamente efficace nei dibattiti per la poltrona (poi conquistata) di governatore dello Stato. Intervistato da BBC News, Andrew Halcro, all’epoca candidato indipendente contro la Palin, ha raccontato che la sua avversaria “ha un’abilità straordinaria nel trasformare nel giro di 45 secondi una domanda in una risposta familiare. Non è mai stato necessario che conoscesse a fondo l’argomento sul quale era stata chiesta la sua opinione”. Anche lo stratega di Obama, David Axelrod, ha riconosciuto le qualità oratorie, da “debater”, della Palin. Quanto, però, peserà realmente il dibattito di stasera sul risultato del 4 novembre? Dieci giorni fa, il giudizio sarebbe stato diverso. Forse per la prima volta, si sarebbe potuto dire, il confronto tra i candidati alla vicepresidenza avrebbe contato qualcosa. Ma con il crack di Wall Street e l’economia americana in crisi è al futuro presidente che si guarda. E a lui solo.