Bimba in adozione a coppia omosessuale, sentenza scavalca legislatore
24 Dicembre 2015
di redazione
La sezione minori della Corte d’appello di Roma conferma la sentenza dell’anno scorso sul primo caso di adozione da parte di genitori omosessuali. E’ la storia della bimba adottata dalla madre non biologica e dalla sua compagna, dopo essere nata con procreazione assistita eterologa effettuata in Spagna qualche anno fa.
L’avvocato della coppia ha espresso soddisfazione per la sentenza, "si riconosce una veste giuridica a situazioni di fatto già consolidate", alludendo al fatto che "i bambini non si fanno mai troppi problemi, sono gli adulti a crearne di continuo", una stoccata a chi è contrario alla adozione gay. Secondo l’avvocato, la speranza è che la sentenza "aiuti il legislatore a completare l’iter sulle unioni civili".
Nella sentenza si fa riferimento al "preminente interesse della minore", sottolineando il "legame con lei instaurato sin dalla nascita e caratterizzato da tutti gli elementi affettivi e di riferimento relazionale" dalle due madri, ma a differenza di quanto ha detto l’avvocato, la sentenza spiega che non si tratta di "riconoscere una bigenitorialità non ancora consentita dalla legge, attività che la Corte non ritiene di dover svolgere perché effettivamente fuorviante, soggetta a evidente strumentalizzazione ideologica e riservata al Legislatore".
Il problema infatti è proprio questo: la sentenza interviene a gamba tesa nel momento in cui, il mese prossimo, il parlamento discuterà della controversa legge sulle unioni civili, che comprende anche il capitolo adozioni. Tema che divide la politica e anche la maggioranza che sostiene il governo, Pd compreso. Dunque perché intervenire prima del legislatore, mentre il parlamento si sta confrontando, e soprattutto che cosa accadrà se il Senato dovesse bocciare le proposte sulle adozioni?