Bin Laden riappare in video mentre l’America pensa al bombarolo Zazi

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Bin Laden riappare in video mentre l’America pensa al bombarolo Zazi

29 Settembre 2009

Secondo alcuni la leadership di Bin Laden si starebbe offuscando e nuove leve di jihadisti aspetterebbero impazienti l’investitura per la successione. E’ così solo in parte. Bin Laden – o perlomeno l’immagine catodica che ne resta – svolge ancora egregiamente il suo compito, come mostra l’ultimo video dello sceicco diffuso dal “reparto propaganda” di Al Qaeda alla fine della settimana scorsa. Proprio mentre il vicepresidente Biden annunciava che la Surge potrebbero essere subordinata alle operazioni mirate di Marines e forze speciali, contraddicendo la strategia del generale McChrystal.

E’ vero però che il network terrorista continua a fare proseliti tra i giovani islamici che combattono l’America sui campi di battaglia afghani. Ma se è per questo la selezione di martiri avviene anche sul territorio americano. L’arresto del 24enne Najibullah Zazi, che lavorava come autista all’areoporto di Denver, ed è accusato di aver organizzato un piano per colpire la città di New York con armi chimiche durante l’ anniversario dell’11/9, mostra che Al Qaeda non ha difficoltà a reclutare operativi negli Usa (Zazi aveva un regolare permesso di soggiorno nel Paese). Sul fatto che stesse tramando qualcosa ormai concordano tutti, non solo i giornali conservatori ma anche le riviste liberal come il New Yorker.

Nel nuovo clima post-Guantanamo i commentatori si spellano le mani verso il presidente, lodando l’asse FBI-"Unità dell’antiterrorismo" del NYPD che ha lavorato d’intesa per sventare l’attacco. Senza dover ricorrere al waterboarding, si sottolinea, ma seguendo Zazi e registrando tutte le sue mosse prima di inchiodarlo (il New Yorker si chiede cos’altro potrebbe spifferare il malfattore se venisse “torturato”, ma scaccia immediatamente questa ipotesi ignominiosa dalle sue pagine). Altri criticano ferocemente l’avvocato difensore del sospettato, tale Folsom, che avrebbe “spettacolarizzato” l’arresto e il futuro processo a Zazi (come scrive l’aggregatore di notizie filo-obamiano Huffinghton Post).

Il clima è cambiato con l’elezione di Obama ma a quanto pare la minaccia è la stessa. I nemici dell’America sono giovani, integrati nella società statunitense – lavorano, pregano Allah, si fanno crescere la barba e viaggiano in Pakistan per addestrarsi. Come Zazi, incuriosito dal perossido di ossigeno e dall’acetone tanto da farne incetta nei negozi del Paese. Dal nostro osservatorio europeo stentiamo a credere che l’America dopo nove anni possa essere colpita di nuovo ma è una ipotesi verosimile. Nei giorni scorsi sono stati fermati altri due uomini accusati di organizzare attentati dinamitardi: il 29enne Michael Finton di Decatur, in Illinois, che si faceva chiamare anche “Talib Islam”, e il 19enne Hosam Maher Husein Smadi intento a preparare un attacco contro uffici del governo nel centro di Dallas in Texas.

Smadi, “Sam”, lo descrivono come un ragazzo divertente che ballava musica tecno e lavorava come cassiere in una stazione di benzina. “E’ pazzesco, non posso credere che il Sam che conosco sia quello che descrivono” ha detto un’amica coetanea del ragazzo alla Associated Press. “Era solo un bravo ragazzo”. Gente normale che incitata all’odio passa all’azione. Come fece l’egiziano Hesham Mohamed Hadayet mettendosi a sparare contro cittadini israeliani al banco della compagnia El Al dell’aeroporto internazionale di Los Angeles nel 2002 (2 vittime e numerosi feriti); oppure John Allen Mohammed e Lee Boyd Malvo, che uccisero 10 persone (e ne ferirono gravemente altre 3) in un “tour del terrore” fra le grandi città americane; o ancora quel Mohammed Reza Taheri-azar che ferì 6 persone investendole con un SUV, dicendo che lo aveva fatto “per vendicare i centinaia di omicidi di musulmani che avvengono nel mondo”.

Per non parlare dei piani sventati come quello di Zazi. Dopo “la bomba nella scarpa” di Richard Reid (2001), ricordiamo l’attacco simultaneo che doveva scattare contro il Fondo Monetario Internazionale, la Borsa e la sede di Citigroup (2004); quello a Los Angeles (2005) e a Fort Dix (2007). Lo scorso maggio, sempre a New York, sono state arrestate quattro persone che volevano impossessarsi di aerei della Guardia nazionale per colpire le sinagoghe del Bronx. Ecco perché Bin Laden continua a diffondere nell’etere i suoi messaggi, sapendo di trovare ascolto nella nuova generazione del Terrore.  

(Roberto Santoro)