Biotestamento, deputati cattolici: è morte per fame e sete
20 Aprile 2017
“La Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge sulle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento. Noi ci siamo opposti con tutte le nostre forze perché con esso vuole fare entrare nel nostro ordinamento giuridico l’eutanasia e vi entra nel modo più barbaro: la morte per fame e per sete. La battaglia però non è finita. Essa continua al Senato dove i rapporti di forza sono diversi e noi contiamo che i colleghi del Senato la proseguano fino alla vittoria”.
Così in una nota congiunta firmata dai deputati cattolici Paola Binetti e Rocco Buttiglione (Udc), Raffaele Calabrò (Ap), Benedetto Fucci (Cor), Gianluca Gigli (Des-Cd), Cosimo Latronico (Cor), Domenico Menorello (Civici e Innovatori), Alessandro Pagano (Lega Nord), Antonio Palmieri (fI), Eugenia Roccella (Idea) e Francesco Paolo Sisto (Fi).
“Noi siamo preoccupati perché domani sarà molto più facile dire a chi è tentato dalla disperazione: perché non ti lasci morire? Noi vorremmo invece che al morente fosse sempre offerta una compagnia ed un sostegno per vivere con pienezza fino alla fine naturale dell’esistenza. Tutto questo non ha nulla a che vedere con la lotta contro il dolore. La medicina palliativa offre tutti gli strumenti (compresa la sedazione prolungata) per proteggere il paziente dal dolore. Non ha nulla a che fare con il rifiuto dell’accanimento terapeutico e con la decisione di spegnere le macchine che tengono per in vita una persona artificialmente. Quello che adesso si vuole legittimare è l’abbandono terapeutico ed il rifiuto di offrire il sostegno minimo della solidarietà umana”.
“In questa battaglia culturale prima ancora che politica noi, parlamentari di forze politiche diverse, – concludono i deputati di area cattolica – ci siamo ritrovati insieme ed è nata una comunità di intenti alimentata dalla riscoperta di una identità culturale comune. Noi crediamo che questa comunità debba continuare a vivere e consolidarsi nelle prospettiva di altre battaglie analoghe, etiche e culturali, che ci attendono nel prossimo futuro. Offriamo la nostra unità a quanti condividano con noi la volontà di difendere i valori umani e cristiani che stanno alla base della cultura del nostro popolo. Li invitiamo a fare in modo che il Senato possa sentire, prima di decidere, la forza della loro voce”.