Biotestamento. Schifani a Fini: “Sarebbe meglio non condizionare le Camere”

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Biotestamento. Schifani a Fini: “Sarebbe meglio non condizionare le Camere”

29 Agosto 2009

Influenzare il Parlamento nell’esame del ddl in materia di testamento "sarebbe un errore": è il richiamo che il presidente del Senato Renato Schifani lancia dal palco del Meeting di Rimini.

Schifani, che chiude con un lungo intervento la settimana di Cl, non lo nomina direttamente, tuttavia il suo richiamo ha un destinatario chiaro: il presidente della Camera Gianfranco Fini, che in più occasioni ha manifestato le sue perplessità rispetto al testo licenziato da Palazzo Madama, annunciando alla festa del Pd di Genova di essere pronto ad avviare un dibattito a Montecitorio sulle modifiche.

Nell’esame del testo sul testamento biologico, ragiona Schifani, "i singoli deputati opereranno con libertà di coscienza. Sarebbe un errore condizionarli attraverso interventi, seppure autorevoli, di qualunque provenienza". Il presidente del Senato ricorda la necessità per chi è a capo di un’assemblea legislativa di mantenere un atteggiamento super partes. "Quando è all’esame del Senato una qualunque proposta di legge mi astengo rigorosamente dall’esprimere giudizi di merito sul suo contenuto. Taccio – spiega Schifani – Ecco perché quando il Senato discuteva il ddl sul testamento biologico non mi sono mai espresso sul merito delle proposte. Ho soltanto sostenuto che fossero maturi i tempi perché si legiferasse sul confine tra tutela della vita e fine della vita".

Oggi, appunto, il provvedimento è alla Camera. "Il Senato si è pronunziato. Nel voto sulla legge – ribadisce Schifani – hanno prevalso non le indicazioni di partito, ma le singole coscienze dei senatori che più volte, anche segretamente, hanno confermato con una maggioranza superiore a quella elettorale, la necessità di introdurre questi confini e questi limiti. Lo hanno fatto liberamente, con coscienza e senza ingerenze di alcun tipo: nè religiose, nè politiche, nè tantomeno istituzionali. Da parte mia non c’è mai nè mai ci potranno essere tentativi di correzioni nel merito di singoli disegni di legge".

In ogni caso Schifani esclude che la differenza di vedute sul tema tra lui e Fini possa condizionare i rapporti parlamentari: "Il rapporto istituzionale e di rispetto reciproco – garantisce – non è mai affatto stato messo in discussione. Il rapporto tra me e Fini è ottimo. La si può pensare diversamente su alcuni punti ma questa è la bellezza della democrazia. E la mia stima per Fini rimane immutata", conclude.