
Bipolarismo, stop alla frammentazione

10 Febbraio 2012
Sen. Quagliariello, primo step del tavolo di confronto per la nuova legge elettorale. Qual è il suo giudizio?
"Con questa iniziativa innanzi tutto abbiamo tirato il tema fuori dal sottoscala della politica. Ci siamo resi conto che molti coltivavano l’intenzione di non cambiare nulla per poi scaricare sul PdL la responsabilità. Abbiamo smontato questo gioco".
Vede una vera intenzione di pervenire alla legge oppure siamo solo ad una sceneggiata?
"Noi le riforme vogliamo farle. Vogliamo una democrazia più efficiente, meno parlamentari, iter legislativi più rapidi, ripartizione delle competenze fra le due Camere, governi che abbiano gli strumenti per governare e partiti regolati da norme che ne garantiscano la trasparenza. Abbiamo le idee chiare ma anche disponibilità al confronto. Ripeto: gli alibi sono caduti, ora ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità".
Su quali basi si sta lavorando?
"Per quanto riguarda la legge elettorale, noi abbiamo posto dei paletti ben precisi: salvaguardare un bipolarismo tendenziale, evitare la frammentazione, incentivare le alleanze senza costringere alle ammucchiate, stimolare le forze terze rispetto ai due principali schieramenti a crescere piuttosto che a conservare da una posizione minoritaria il proprio potere di determinare governi e maggioranze a geometria variabile".
Solo la legge elettorale oppure anche le riforme istituzionali?
"La legge elettorale non è una bacchetta magica in grado di risolvere tutti i problemi, ma uno strumento empirico di selezione della rappresentanza che è tanto più efficace quanto più si armonizza con il contesto istituzionale. Quindi non solo bisogna fare anche la riforma della Costituzione, ma credo anche che prima di decidere come i parlamentari debbano essere eletti sia logico stabilire quanti debbano essere, quali compiti saranno loro assegnati e via di questo passo".
Nel Pdl ci sono varie scuole di pensiero. Come ne uscite?
"La legge elettorale è uno strumento laico, anche nel più piccolo dei partiti ci sono diverse opzioni, figuriamoci in una forza grande come il PdL! In ogni caso con gli incontri bilaterali abbiamo raccolto tutti i dati per poter discutere, confrontarci e definire una linea unitaria. Ma su questo tema nel PdL vi è molta più condivisione di quanto non si creda".
Su questo tema rischiate la rottura con la Lega?
"La linea del PdL sulle riforme istituzionali si inscrive nel solco di una proposta che porta la firma di Silvio Berlusconi e Umberto Bossi: è evidente che su questo terreno sarà impossibile una rottura. Per quanto riguarda la legge elettorale, nessuno di noi coltiva intenti punitivi verso la Lega e anzi siamo i primi a voler mantenere un buon rapporto con il Carroccio. Se poi il giudizio sul quadro politico e sul governo continuerà a divergere in maniera sostanziale, sarà interesse di entrambi avere una legge che non ci costringa ad allearci per forza e ci consenta di prendere laicamente atto della situazione".
In questo ore si parla tanto di modelli stranieri. Pare che vada di moda quello spagnolo. Qual è la sua opinione?
"La mia preferenza per il sistema spagnolo è nota. Ma siamo già oltre lo stadio dei modelli astratti: stiamo ragionando di soluzioni concrete".
Ritiene che si possa veramente produrre la nuova legge elettorale prima della prossima scadenza?
"Se c’è la volontà politica, si può fare tutto. Il tempo non manca di certo".
Parliamo della stagione congressuale del Pdl. A Bari città il suo gruppo ha conseguito un risultato che avete considerato straordinario. Qual è la sua valutazione complessiva?
"A Bari il partito si è aperto. Non abbiamo presentato una mozione per contrapporci a qualcuno ma per stimolare un rinnovamento, e ciò ha suscitato entusiasmo e voglia di fare. Se si andrà avanti sulla strada del rinnovamento e della partecipazione da parte nostra ci sarà piena collaborazione, perché i congressi durano due giorni e poi nei partiti si vive e si fa politica tutti insieme. Se invece dovessero determinarsi chiusure, ne prenderemo atto e faremo comunque un’opposizione leale. Ma sono certo che la prima opzione prevarrà".
(tratto da La Gazzetta del Mezzogiorno)