Birmania. Allarme per la dissidente Aung San Suu Kyi: “Sta male”

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Birmania. Allarme per la dissidente Aung San Suu Kyi: “Sta male”

09 Maggio 2009

Se la misteriosa incursione di un cittadino americano nella sua residenza di Rangoon aveva sollevato paure sulla sua sicurezza, di Aung San Suu Kyi ora si teme per la salute. La leader dell’opposizione birmana, agli arresti domiciliari, soffre di bassa pressione e disidratazione, non mangia e per questo è stata messa ieri sotto flebo. Lo ha riferito un portavoce del suo partito Nld (Lega nazionale per la democrazia) riportando il racconto dell’assistente del medico di fiducia della donna.

Il dottore è a sua volta impossibilitato a curarla perché detenuto da due giorni con accuse ancora ignote. Suu Kyi "non è in buona salute e siamo molto preoccupati", ha dichiarato il portavoce Nyan Win, dopo che ieri l’assistente medica Phone Mo Ei aveva potuto visitare il premio Nobel per la Pace, alimentandola per tre ore per via endovenosa. Le autorità hanno concesso all’assistente di rinnovare le cure oggi, per sostituire la flebo, ma non hanno chiarito il motivo dell’arresto del dottor Tin Myo Win, medico personale di Suu Kyi e normalmente l’unica persona oltre alle due governanti autorizzata a visitarla ogni primo giovedì del mese.

Questa volta le forze di sicurezza gli hanno però impedito l’accesso, e nella serata di giovedì l’uomo è stato prelevato in casa sua senza spiegazioni. Non è la prima volta che l’icona della lotta per la democrazia in Birmania, agli arresti domiciliari per 13 degli ultimi 19 anni e ininterrottamente dal maggio 2003, accusa problemi di salute. Dopo un’operazione per la rimozione dell’utero sei anni fa, nel 2006 Suu Kyi era stata ricoverata per un’intossicazione alimentare.

In seguito alla repressione violenta delle manifestazioni popolari del settembre 2007, rappresentanti del Nld avevano riferito della particolare debolezza della loro leader, che rifiutava i pasti in protesta con la giunta militare al potere dal 1962. I termini per la detenzione di Suu Kyi, che ha 63 anni, scadono a fine maggio, ma proprio questa settimana le autorità hanno respinto un appello del Nld per la sua liberazione.

I nuovi timori per la salute della donna arrivano nell’attesa di conferme sul caso di John William Yeattaw, l’americano di 53 anni arrestato mercoledì mattina mentre attraversava a nuoto il lago sul retro della residenza di Suu Kyi, dove avrebbe confessato di essersi intrattenuto per due giorni. Dell’episodio esiste solo la versione delle autorità, anche perchè all’ambasciata statunitense non è stato ancora concesso di mettersi in contatto con il connazionale.

Dall’Italia l’Inviato speciale dell’Unione Europea per la Birmania, Piero Fassino ha chiesto al governo birmano di "liberare la donna dagli arresti domiciliari a cui è costretta da troppi anni e le si consenta di essere curata in modo adeguato". "Le notizie di uno stato di salute precario e infermo di Aung San Suu Kyi – ha aggiunto Fassino – non possono che destare preoccupazione e allarme e non può più essere accettata che la leader dell’opposizione politica birmana continui ad essere in una condizione di restrizione che pregiudica anche il suo diritto a curarsi".

Anche il ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna ha commentato la notizia chiedendo alle autorità birmane di "dimostrare almeno un po’ di umanità e consentano al premio Nobel di curare la sua salute". "Il mondo non può tollerare – ha aggiunto Carfagna – che un leader politico, per giunta donna, venga tenuta agli arresti domiciliari per tutto questo tempo e che a questa brutalità si aggiunga ora quella di impedirle addirittura le visite mediche".