Birmania. Conclusa la prima udienza a Aung San Suu Kyi

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Birmania. Conclusa la prima udienza a Aung San Suu Kyi

18 Maggio 2009

Si è conclusa poco fa la prima udienza del processo che vede imputata Aung San Suu Kyi, leader di Lega Nazionale per la Democrazia (Lnd) che, accusata di aver dato riparo a un cittadino americano nella casa in cui si trovava agli arresti domiciliari, rischia fino a cinque anni di carcere. Secondo le testimonianze di alcuni membri di Lnd raccolte dall’DNKRONOS,  l’udienza odierna si sarebbe conclusa alle 15 ora locale, dopo la lettura delle accuse presentate dal vice capo della polizia, Ye Myint Aung, a cui "il legale di Suu Kyi ha posto alcune domande".

Il processo è stato aggiornato a domani. Intanto, secondo le agenzie birmane in esilio, ha avuto inizio anche il processo nei confronti di John Yettaw, il 53enne cittadino americano che era riuscito a raggiungere a nuoto la residenza di Suu Kyi, per poi essere arrestato mentre nuotava nel lago adiacente dopo aver lasciato l’abitazione. Questa mattina alcune centinaia di persone si erano radunate di fronte al centro di detenzione per esprimere il proprio sostegno alla leader di Lnd. Tra questi, oltre a "monaci e giovani attivisti con indosso t-shirt recanti slogan sull’innocenza di Aung San Suu Kyi" – come ha riferito ad AKI un attivista presente – numerosi giornalisti locali, che sembra abbiano avuto estrema difficoltà a utilizzare i telefoni cellulari e hanno accusato le autorità birmane di aver bloccato le linee.

Prima dell’apertura dell’udienza, alcuni rappresentanti diplomatici avevano chiesto di potervi prendere parte. Tra questi anche l’ambasciatore italiano in Myanmar, Giuseppe Cinti, che si è visto respingere tale richiesta insieme ai rappresentanti di Regno Unito, Australia, Francia e Germania. Un console dell’ambasciata statunitense è invece stato autorizzato ad assistere al processo di John Yettaw. "È entrato come osservatore, ma non sappiamo ancora nulla di cosa sia avvenuto all’interno del carcere", ha dichiarato il portavoce dell’ambasciata americana a Rangoon, Drake Weiserta, all’agenzia "Democratic Voice of Burma".