Birmania. Graziato italiano condannato a 25 anni per droga
03 Febbraio 2009
di redazione
Per il sospetto di aver detenuto quindici grammi di eroina era stato condannato a quindici anni di carcere e cinque di lavori forzati da un Tribunale del Myanmar, l’ex Birmania; poichè non aveva il visto su passaporto, aveva avuto un’altra condanna a cinque anni con altrettanti di lavori forzati.
La disavventura è capitata a un comasco di 34 anni che, nei mesi scorsi, è stato "graziato" dai giudici birmani, a condizione che fosse espulso, ed è potuto tornare a casa. Claudio F. era stato arrestato il 2 febbraio del 2007 in un hotel con altre due persone ed era stato condannato al termine di due processi che i suoi genitori non esitano a definire piuttosto sommari.
Attraverso i canali diplomatici suo madre e suo padre hanno quindi ottenuto che fosse graziato ed è potuto tornare a casa dopo alcuni mesi di carcere. Nel frattempo, però, era stato avviato dalla giustizia della Birmania l’iter per il riconoscimento delle due sentenze e, nelle settimane scorse, il Ministero della Giustizia italiano ha trasmesso alla Procura generale di Milano i due provvedimenti affinchè, poi, la Corte d’appello valutasse la loro efficacia. Un iter il cui proseguimento, probabilmente, non sarà più necessario.