Blitz anti-Gelmini e scontri alla Scala: una giornata nera per la cultura italiana

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Blitz anti-Gelmini e scontri alla Scala: una giornata nera per la cultura italiana

07 Dicembre 2010

L’attesissimo appuntamento inaugurale della stagione lirica alla Scala di Milano è stato offuscato da violenti scontri tra manifestanti e le forze di polizia. Il bilancio è di una decina di agenti feriti da contusioni, abrasioni e lesioni leggere, tra cui anche il vice questore.

Quest’anno a rubare la scena non sono stati solo i lavoratori dello spettacolo e del teatro, che – come anche l’anno scorso – hanno manifestato contro i tagli della Finanziaria, ma si sono aggiunti anche gli studenti universitari, in protesta contro il ddl Gelmini, e un gruppo di immigrati che hanno chiesto una sanatoria al presidente della Repubblica. Tutto ciò in un clima già teso a causa del blitz di un gruppo di studenti che nella notte trascorsa aveva appeso uno striscione alla cancellata dell’abitazione bergamasca del ministro dell’Istruzione e scaricato a terra del letame in segno di protesta contro la riforma dell’Università.

Quella di oggi, dunque, è stata una giornata molto dura per la cultura italiana. A Milano, prima che si aprisse la stagione al suono de “La Valchiria” di Richard Wagner, i manifestanti (studenti “anti-Gelmini” e lavoratori appartenenti a diverse sigle sindacali) si sono assiepati nel pomeriggio davanti al Teatro milanese e, così, in attesa dell’apertura della stagione lirica più importante del teatro italiano, si sono consumati gli scontri tra manifestanti e polizia. Contestando il fatto di essere stati divisi in diverse zone della piazza, gli studenti hanno tentato di fare pressione contro un cordone della polizia all’angolo fra la galleria e piazza della Scala. Al grido di “Vergogna, vergogna!”, i manifestanti hanno provato a superare le barriere, ma sono stati fermati prontamente dai poliziotti in tenuta antisommossa che ora bloccano completamente l’accesso alla galleria Vittorio Emanuele dal lato di piazza Scala.

Poi, tre esplosioni molto forti: probabilmente delle bombe carta. E nei tafferugli nove agenti delle forze dell’ordine, tra i quali il funzionario della questura colpito alla testa, sono rimasti feriti. La polizia ha reagito con una carica cercando di disperdere subito i contestatori. Un centinaio di giovani dei collettivi universitari e studenteschi sono stati spinti in fondo a piazza della Scala, lontano dall’ingresso del teatro. Dopo l’inizio della “prima” gli studenti universitari, seguiti dal comitato immigrati, hanno lasciato la piazza per dirigersi in corteo verso piazza San Babila, dove sono stati bloccati dalle forze dell’ordine riuscendo a sciogliere il corteo.

Alla Scala, intanto, sfilavano tantissimi volti noti della politica, dell’arte e della cultura. Il maestro Daniel Barenboim veniva accolto da un’ondata d’applausi. Prima di iniziare a dirigere l’opera lirica, rivolgendosi al Capo dello Stato Giorgio Napolitano, ha detto di essere “preoccupato per il futuro della cultura in Italia e in Europa”. Quindi, ha rincarato leggendo l’articolo 9 della Costituzione nel quale viene affermato che “la Repubblica promuove la cultura e la ricerca scientifica”.

Ma i recenti tagli alla cultura preoccupano anche il sindaco di Milano Letizia Moratti che spera in un reintegro dei fondi statali alla cultura dal momento che “attengono al patrimonio del nostro paese, che è unico al mondo”. Per il ministro allo Sviluppo economico Paolo Romani la protesta è legittima ma il vero problema, ha detto, “è che dobbiamo tirare tutti la cinghia”. L’assenza del ministro per i Beni culturali Sandro Bondi che, da questa mattina è in Senato impegnato nelle votazioni della Finanziaria, ha poi scatenato un polverone di critiche, specialmente da parte del sovrintendente alla Scala, Stephane Lissner.

Polemiche che non fanno che appesantire il clima di odio che si respira in questi giorni, in particolare dopo il blitz della scorsa notte avvenuto presso l’abitazione del ministro dell’Istruzione. Le dichiarazioni di solidarietà e di condanna si moltiplicate da più parti nel corso della giornata. Il vice presidente dei senatori del Pdl Gaetano Quagliariello ha espresso solidarietà alla Gelmini definendo l’azione degli studenti “un episodio increscioso che rafforza ancor di più la nostra determinazione e il nostro impegno per approvare in tempi rapidi la riforma dell’università”. “Lo dobbiamo – ha aggiunto – non solo al ministro Gelmini, al quale va la nostra solidarietà, ma anche a quella maggioranza silenziosa di studenti che crede nel merito e nella responsabilità e su di essi intende fondare il proprio futuro”.

Il Pd, invece, ha affidato al capogruppo del Pd in Commissione Istruzione al Senato, Antonio Rusconi, il compito di  condannare atti di protesta “che degenerano nell’insulto o in gesti incivili e offensivi”. “Desideriamo esprimere piena solidarietà al ministro Gelmini” hanno aggiunto le senatrici del Pd Annamaria Carloni e Franca Chiaromonte che sottolinea come “la giusta protesta e la lotta devono sempre trovare il limite nel rispetto delle persone”. Nessun commento dai vertici del partito.

Andrea Ronchi, parlamentare di Fli, ha espresso vicinanza al ministro dell’Istruzione e ha invitato tutte le forze politiche a condannare l’attacco, “un gesto che non deve essere sottovalutato tanto più perché compiuto davanti a una abitazione privata”. L’appello dell’ex ministro per le Politiche Comunitarie, però, non è stato accolto da tutti i partiti: né Idv né Sinistra Ecologia e Libertà hanno preso le distanze dall’intimidazione degli studenti. Una scelta che, di per sé, dice molto.