Bo Xilai non si arrende, Cina vive il “processo del secolo”

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Bo Xilai non si arrende, Cina vive il “processo del secolo”

26 Agosto 2013

Non si arrende Bo Xilai, il Principe Rosso, membro di punta del partito comunista cinese finito in disgrazia e sotto processo da una settimana. Bo è tornato ad accusare il suo ex factotum Lijun di trescare con la moglie Gu Kailai (già processata e condannata), trasformando il processo in un fumettone a tinte rosa, anzi, rosse. Nello schema difensivo di Bo Xilai accusare l’amante della moglie significa smarcarsi dalle accuse e dal coinvolgimento nell’omicidio dell’uomo d’affari britannico Neil Heywood si dice ucciso dalla moglie. Il processo si chiude oggi. Era off limits per la stampa ma molto è filtrato anche grazie ai social network. L’impressione è che Bo Xilai sia riuscito a difendersi come si deve e che potrebbe ottenere una qualche forma di indulgenza dal tribunale. Lui reclama completa innocenza: "L’accusa non è riuscita a dimostrare la mia colpevolezza. Ho firmato le dichiarazioni scritte in tal senso contro la mia volontà perché, in realtà, io credevo di ottenere in questo modo il perdono del partito". Bo deve sperare in una condanna morbida, 15-20 anni di carcere, ma se le pena fosse esemplare rischia ergastolo o pena di morte. La decisione finale dei giudici dovrebbe arrivare ai primi di settembre.