Bocchino fa la vittima in tv ma dovrebbe guardarsi allo specchio

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Bocchino fa la vittima in tv ma dovrebbe guardarsi allo specchio

28 Marzo 2011

“Quando siamo andati allo scontro così coraggioso contro una macchina da guerra dal punto di vista dei mezzi a disposizione com’è Berlusconi sapevamo che sarebbe stato un periodo molto duro, e che saremmo stati attaccati duramente. Non mi aspettavo però che si arrivasse addirittura a far leva sugli affetti per cercare di creare problemi. Questo l’ho sofferto molto”. Parole e musica di Italo Bocchino che di questi tempi si è dato due mission: la prima, promuovere il libro (‘Una storia di destra’, anche se tra i futuristi di oggi di destra ci sono solo tracce sfumate) su tutta la superficie terracquea e il modo per farlo è sempre il solito: demolire Berlusconi e tutto ciò che ha a che fare con lui. La seconda: mettere una pezza in famiglia a proposito della sua relazione con Mata Hari-Carfagna dopo le confessioni della moglie del deputato fiellino  a Vanity Fair (‘sapevo tutto da due anni’). 

Stavolta il palcoscenico è quello di Fabio Fazio dove il numero due di Fli si muove con agio, come fosse a casa sua, interpretando il ruolo – strappalacrime – di eroe che ha avuto il coraggio di combattere il gigante Berlusconi e da questo è stato colpito sul piano personale e degli affetti familiari. Come se la storia con l’attuale ministra delle Pari Opportunità fosse colpa del Cav. e non un prodotto della morale doubleface di Bocchino che sui media pontifica e in privato fa come gli pare. La moglie evidentemente non ha retto l’onda lunga del gossip che da mesi impazza e così ha ‘vuotato il sacco’ mettendo bene in chiaro che lei non ci sta a fare la parte della ‘cornuta e mazziata’.

Dunque, con grande dignità ha affrontato la patata bollente costringendo il marito a fare altrettanto e nello stesso modo, ovvero pubblicamente. Di qui l’outing bocchiniano sulla poltroncina di Fazio. Ma a parte i panni sporchi che come sempre di dovrebbero lavare in famiglia e non in tv, c’è un punto sul quale il coraggioso capo di Fli (con buona pace di Urso e Ronchi) si contraddice o perlomeno fa finta di non ricordare. Sostiene che l’aver osato criticare il Caimano gli è costato il fango scatenato contro di lui anche sul piano personale. In realtà Bocchino, omette di dire che lui per primo insieme ai colleghi (di penna e di parlamento) di Farefuturo ha impostato la campagna anti-Cav. buttandola proprio sulle questioni private dell’avversario politico.

Come non ricordare la virulenta requisitoria lanciata dal giornale on line sulle veline e il velinismo (indimenticabili gli affondi della cazzutissima Sofia Ventura) pubblicati sulla scia della lettera di Veronica Lario a Repubblica, quella sul ciarpame della politica e sul marito malato? E’ partito tutto da lì ed è andato avanti con puntualità svizzera nei mesi a seguire (Noemi, D’Addario, fino alle Olgettine). Del resto, guardare dal buco della serratura e sputtanare si sa, è l’esercizio preferito di chi non ha argomenti – politici – per combattere ad armi pari l’avversario politico. Su questo Bocchino dovrebbe fare outing.