Bocchino fa tanto il ‘futurista’ ma sponsorizza un paese per vecchi
09 Marzo 2011
Gerontocrazia portami via. Sulla questione della presunta epurazione del Pippo nazionale, l’altra sera Italo Bocchino, litigando con Alessandro Sallusti alla trasmissione In onda su La7, aveva detto con sgomento: “Gli spettatori devono sapere perché per la prima volta in 50 anni non hanno visto Pippo Baudo in Rai. Il contratto gli è stato revocato perché il suo produttore nel 2010 era mia moglie”. Un problema di portata gigantesca per gli italiani, perbacco!
Ciò che viene spontaneo domandarsi è: non è che gli italiani dovrebbero piuttosto tirare un sospiro di sollievo e dire: “Ah finalmente! Dopo 50 anni ce lo siamo tolti dalle scatole”? Dopo vagonate di Domeniche in e quintalate di Canzonissime e Sanremi non ci si dovrebbe più interrogare né stupire se una cariatide (che, per carità, avrà pure fatto la storia) della televisione italiana coi capelli tinti/finti e la dentiera traballante rimanga a casa a godersi il suo vitalizio coi fiocchi.
Che poi, il Super Pippo potrebbe spuntarla ancora una volta, come del resto è sempre successo in passato quando il presentatorone de “l’ho inventato io…” si lamentava del fatto che mamma (o meglio, nonna) Rai gli sbattesse la porta in faccia di fronte alla possibilità di un nuovo (polveroso) programma e torceva il muso contro i suoi compensi ‘poco dignitosi’. Ogni volta, di fronte all’enigma “che ne facciamo di Baudo?” la Rai tornava sui suoi passi e gli spalancava la famosa porta di cui sopra. E giù un altro Pippo-ne tv.
L’armadio della nostra televisione – e non solo – è stracolmo di vecchi abiti a turno re-indossati perché è peccato metterli via, vedi le Carrà, i Vespa, i Morandi, i Costanzo, i Magalli, le Ferrario (che dopo essere rimasta per ben 28 anni con le chiappe incollate alla sedia degli studi del Tg1 è stata reintegrata perché “discriminata”). Non sarà ora di fare un restyling?
Questo, sembra lampante, più che un paese che vuole investire sui giovani, pare sia il paese in cui i giovani sono letteralmente investiti (con retromarcia) dai vecchi, troppo preziosi per essere sostituiti. Della serie, le vacche sacre ci seppelliranno!