Bologna, attentato a caserma Carabinieri: danni ma nessun ferito
27 Novembre 2016
Un ordigno è esploso, verso le 3 di questa notte, davanti alla stazione dei Carabinieri “Corticella” di via San Savino, alla periferia di Bologna. Due taniche di benzina innescate da una miccia sono state posizionate davanti all’ingresso della caserma: l’esplosione – riferiscono dal comando bolognese – non ha provocato nessun ferito, ma ha solo danneggiato il portone d’ingresso.
Gli investigatori sono a lavoro per cercare tracce utili e al momento non escludono alcuna pista. Secondo i Carabinieri “è del tutto prematuro fare qualsiasi ipotesi”, poiché “è in corso l’attività di repertazione e acquisizione di immagini”, al fine di individuare il tipo di ordigno, ricostruire la dinamica e avviare tutte le indagini del caso. Quel che è certo è che l’attentato per gli investigatori rappresenta una salto di qualità, nelle modalità e nei danni provocati.
Da quanto si è appreso nelle ultime ore, nelle videoregistrazioni si vedrebbero delle persone incappucciate piazzare due taniche (probabilmente, secondo gli investigatori, piene di benzina), un ordigno e una miccia di un paio di metri. I tre sarebbero arrivati in auto. Dalle prime ricostruzioni sembrerebbe trattarsi di un attentato estemporaneo e non pianificato da tempo, avvalorando così la pista anarchica.
In questo momento la caserma è aperta e gli operai sono al lavoro per riparare i danni, soprattutto della facciata. L’esplosione ha sfondato la porta blindata d’entrata e ha provocato danni fino al piano superiore della caserma.
“Ci sarà il massimo impegno per identificare gli attentatori, li troveremo”. Ha detto ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti, parlando con i giornalisti davanti alla caserma dei Carabinieri.
Su un possibile collegamento tra l’attentato e la presenza di Matteo Renzi nel pomeriggio in città per un incontro sul referendum, Galletti ha detto che: “per ora non c’è nessun collegamento, ma questo lo stabiliranno le indagini”.
“In città, lo sappiamo, operano dei gruppi anarchici. Non sappiamo se sono loro, il primo sospetto ricade su di loro, naturalmente. Ma questo non vuole dire che ci siano degli elementi per definire la matrice dell’attentato. L’importante è che si sappia che le forze dell’ordine e i Carabinieri continueranno ad operare – ha aggiunto – con la massima tenacia. Alle 18 la stazione sarà già riaperta e andremo avanti”.
Numerosissimi e continui oggi gli attestati di solidarietà all’arma dei carabinieri e di condanna dell’attentato. Tra i primi a commentare l’accaduta Lucia Borgonzoni, Lega nord, che è stata candidata a sindaco diBologna per il centrodestra: “Ora mi auguro che al più presto vengano fermati gli autori di questo vile e vergognoso gesto e condannati a una pena esemplare. Questo è un attacco alla democrazia e alle istituzioni che la proteggono, chi l’ha compiuto voleva intimidire e forse, vista la potenza dell’ordigno, uccidere”.
Il Presidente del Gruppo Pd in Regione Emilia-Romagna Stefano Caliandro parla di un “atto di fronte a cui esprimo la mia più ferma condanna, unita alla solidarietà e alla vicinanza nei confronti dell’Arma e dei tanti cittadini che stanno vivendo momenti di grande paura in seguito all’esplosione e al boato che ne è seguito”.
Anna Maria Bernini, vice presidente vicario di Forza Italia a Palazzo Madama, sostiene che “purtroppo non è la prima volta che Bologna deve fare i conti con gruppi organizzati che si pongono fuori dal perimetro della democrazia e della convivenza civile. Colpire i Carabinieri significa mirare al cuore dello Stato, un disegno eversivo che troverà nella risposta univoca e coesa delle istituzioni un limite invalicabile”.
Negli ultimi tempi a Bologna ci sono stati sabotaggi incendiari all’Alta velocità, congegni inesplosi lasciati in uffici postali, e sono state intercettate lettere con polvere, indirizzate a ditte che lavorano nei Cie: tutti segnali di stampo anarchico che hanno destato preoccupazione, ma che però non avevano avuto l’impatto di quello che si è verificato nella notte in via San Savino. Non si ricorda un episodio del genere contro i militari a Bologna.