Bombe sui cristiani al Cairo, terrorismo contro libertà religiosa
11 Dicembre 2016
Un attacco terrorista ha ucciso 25 cristiani e ne ha feriti altri 49 in una chiesa copta del Cairo. Una bomba di tritolo è stata lanciata nella cappella di San Pietro e Paolo (El Boutroseya), durante la messa, colpendo lo complesso di edifici della cattedrale copto-ortodossa di San Marco nella capitale egiziana. Tra le vittime ci sono molte donne e bambini perché l’esplosione ha preso di mira il settore femminile della chiesa. Lo scoppio ha provocato gravi danni al tetto della chiesa e distrutto le vetrate. Immagini televisive hanno mostrato pozze di sangue e sedie rovesciate all’interno dell’edificio religioso devastato.
“Il terrorismo prende di mira i copti e i musulmani, ma non fa altro che renderci più forti e più uniti”, ha detto il presidente egiziano al-Sisi, che promette giustizia. Secondo Al Sisi l’attacco fa parte di una “guerra” contro l’Egitto. L’attentato di oggi è il secondo più grave contro la chiesa copta in Egitto dopo quello del 31 dicembre 2010, quando ad essere colpita fu la chiesa dei Due Santi di Alessandria. Allora i cristiani morti furono 23 morti e quelli feriti 97. L’esplosione di oggi segue quella avvenuta nei giorni scorsi al Cairo, che ha ucciso sei poliziotti e ne ha feriti tre, poco dopo la fine della preghiera musulmana del venerdì.
L’attentato dei giorni scorsi è stato rivendicato sui social network dal movimento delle braccia dell’Egitto-Hasm, che, secondo la polizia, sarebbe affiliato ai Fratelli Musulmani, l’organizzazione islamica dichiarata terrorista dai generali egiziani nel dicembre 2013. L’attacco arriva in un giorno sacro per i musulmani, il Moulid el Nabi, il Natale del profeta Maometto, che viene celebrato con regali di dolcetti e paste, in particolare ai bambini. Le reti tv diffondono documentari e film sulla vita del profeta. Nello stesso giorno, la mattanza di cristiani. Il patriarca della chiesa copta egiziana ha interrotto la sua visita in Grecia per rientrare subito al Cairo.
I copti rappresentano il 10 per cento della popolazione egiziana, parliamo di 10 milioni di persone. Da Al Azhar, massimo riferimento teologico dell’Islam sunnita, dal muftì d’Egitto e dai dirigenti del partito salafita Al Nour, sono arrivate voci di condanna dell’attentato.”Tutti i figli del popolo egiziano – ha detto il premier egiziano Ismail – musulmani e cristiani, sono uniti contro questo terrorismo nero”. Terrorismo nero, dunque. L’ennesimo colpo messo a segno dai jihadisti per distruggere ciò che resta della libertà di religione nei Paesi del mondo arabo e del Medio Oriente, ma ancora manca una rivendicazione ufficiale.