Bonanni, subito la cassa integrazione. Quando troveremo un’alternativa?
04 Maggio 2013
Il leader della Cisl Bonanni batte i pugni sul tavolo e chiede 1,5 miliardi di euro entro maggio per il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, se no, dice, sono a rischio settecentomila lavoratori. Bonanni vedi rischi anche "per la tenuta sociale del Paese" e vuole che il governo si sieda al tavolo con le parti sociali prima di andare a discutere e Bruxelles il piano di sviluppo italiano.
"È arrivato il momento di abbassare fortemente le tasse sui lavoratori dipendenti e sui pensionati", suggerisce (e gli altri?), bisogna ridurre il cuneo fiscale. Tagliare il costo del lavoro prima dell’IMU, insomma.
Tutto giusto, tutto nella norma. Eppure le ore di cassa integrazione in deroga sono aumentate negli ultimi anni. Si lascia nel limbo i lavoratori, magari a fronte di una crisi aziendale che deriva certo dalla contingenza macroeconomica ma spesso è anche frutto di un sistema aziendale che in altrettanti comparti rischia ormai di essere sovradimensionato. E non cambia.
E’ davvero una economia sociale di mercato quella che pensa di affrontare le trasformazioni in atto ricorrendo gli strumenti del passato? Che dire di tutti quelli che alla cassa in deroga non possono accedere, al "precariato", al dualismo del mercato del lavoro, eccetera eccetera?
Come fare a sostenere quei lavoratori per spingerli a trovare un nuovo impiego piuttosto che restare congelati in un sistema del lavoro che non riesce a modernizzarsi?