Bond Arabia Saudita, prestito ad interesse non è più “haram”?

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Bond Arabia Saudita, prestito ad interesse non è più “haram”?

18 Ottobre 2016

Si narra che quando il pio figlio dell’Imperatore Vespasiano contestò all’avaro padre l’empietà di chiedere denaro per l’uso dei bagni pubblici, questi, mostrando al figlio una moneta ebbe a rispondergli “Non olet”. Non puzza. Ecco, qualcosa di simile devono aver pensato i funzionari Sauditi, meditando su come riuscire ad uscire dal pozzo profondo in cui il crollo del prezzo del petrolio li ha scagliati.

Come racconta il Sole 24 Ore: “L’Arabia Saudita sta per lanciare sui mercati, mercoledì, il suo primo bond. Il regno saudita ha deciso di rivolgersi al mercato dei debiti sovrani anche per alleggerire le criticità provocate alle sue politiche economiche dalle incertezze e dalla volatilità del prezzo del petrolio. L’anno scorso, per esempio, il regno di Riyadh ha raggiunto un deficit di 98 miliardi di dollari”.

E ancora: “Il Financial Times riporta che proprio in queste ore l’Arabia Saudita sta ultimando il road show transatlantico di presentazione di questo bond basato sul dollaro, assieme alle banche che collaborano all’immissione sul mercato del nuovo titolo del debito sovrano. Al termine di questo road show saranno rese note le informazioni sul prezzo iniziale. Nei giorni scorsi le previsioni e le indiscrezioni raccolte dagli analisti erano per un’emissione a più durate: 5, 10 e 30 anni.”

Il che è una normale prassi, per i paesi non Islamici. Ma in quelli Islamici è haram, proibito. Il prestito ad interesse, infatti viene definito da Wikipedia “ribā”, un termine giuridico islamico traducibile con usura o interesse. La traduzione è oggetto di discussione tra gli studiosi, motivo per il quale si preferisce utilizzare direttamente il termine arabo. La ribā è vietata nel Corano e nella Sunna, ed è considerata un peccato grave.

Questa proibizione influenza il modo in cui la Finanza islamica opera. La più rilevante conseguenza di questa proibizione per quanto riguarda il sistema bancario islamico è la proibizione dell’interesse economico, che ha portato alla creazione di numerosi metodi di finanziamento che permettessero di prestare denaro senza interesse, almeno da un punto di vista formale. Questi metodi sono per la maggior parte contratti utilizzati nel corso del Medio Evo convertiti in moderni dispositivi finanziari.

Questo ci porta a pensare che ci siano delle sottigliezze teologiche che certamente ci sfuggono. Ma se è vero quello che riferisce sempre l’articolo del Sole, ovvero che il prestito sarà da 10-15 miliardi di dollari e che sarà il più grande mai fatto in area Mediorientale, possiamo certamente dire che siamo di fronte ad una novità assoluta. Un “rilassamento dei costumi” proprio in area Wahabita, quella più dura e conservatrice dell’Islam, che lascia ben sperare per il futuro.

Un’Arabia Saudita che si lasciasse alle spalle gli aspetti più arcaici dell’Islam sarebbe un elemento di stabilità per la Regione.