Bonino, su Turchia esame di coscienza dell’Europa. E’ come “Occupy”
12 Giugno 2013
di redazione
Il ministro degli esteri Emma Bonino ha ragione. Quella in Turchia non è una "primavera araba". La manifestazione in corso da 12 giorni a Piazza Taksim ricorda piuttosto quelle degli "indignados" e dei vari movimenti Occupy che hanno riempito le piazze occidentali. "Piazza Taksim non è piazza Tahrir", ha detto Bonino, spiegando che la gestione dell’ordine pubblico per il governo del premier turco Erdogan è una cartina al tornasole, un esame per la democrazia turca. "Qualcuno pensava che l’esame fosse stato superato con il dinamismo economico", ha spiegato il ministro, ma non è così, non basta l’economia a fare la democrazia. "Per comprendere le ‘cause profonde’ di quello che sta succedendo in Turchia", ha spiegato il ministro, è "venuto il momento di un esame di coscienza dell’Europa". Del resto, nonostante i dati in crescita del colosso turco, pezzi consistenti delle classi sociali turche, tra i lavoratori, gli studenti, il proletariato urbano, scontano come negli altri Paesi europei dove sono scoppiate rivolte e contestazioni, il peso della crisi economica, della disoccupazione, delle ineguaglianze provocate dalla globalizzazione. Il ministro ha anche spiegato che la Farnesina è in contatto con l’ambasciata italiana ad Ankara e i consolati di Istanbul e Smirne, a "tutela" dei nostri connazionali che vivono o lavorano in Turchia (alcuni, è notizia di ieri, hanno anche partecipato alle proteste). Secondo quanto si apprende, la Farnesina sta anche verificando le notizie che circolano su strupri e violenze sessuali condotte dalle forze dell’ordine turche sui manifestanti.