Borghezio su Mladic non fa più ridere

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Borghezio su Mladic non fa più ridere

30 Maggio 2011

E’ da dieci anni che la Lega Nord ha scelto cinicamente di farsi rappresentare al parlamento europeo da Mario Borghezio, che immaginiamo in tutto questo tempo abbia intascato migliaia di euro mentre calpestava la bandiera della Ue. Quell’euro negletto ma ghiotto, che Borghezio, insieme a Speroni e Salvini, contestarono in un celebre vaudeville durante il discorso del presidente della Repubblica Ciampi a Bruxelles, uscendo scortati dalla sala mentre intonavano un verdiano "Vaffanculo Italia". E’ lo stesso balanzone condannato per aver cercato di dare fuoco a dei poveracci accampati sotto un ponte, che se l’è cavata pagando una multa di tremila euro. Un’altra medaglia di latta la conquistò sul campo, dopo aver ripulito con alcool etilico i sedili di un treno "unti" dalle prostitute africane.

Nel caravanserraglio leghista, fra trote e riti celtici, questi sono punti d’onore, di cui andare fieri. Alla corte dell’imperatore serviva un giullare incaricato di solleticare gli istinti belluini delle plebi nordiche. Per tanto tempo abbiamo evitato di prenderlo sul serio, abbiamo scelto di considerarlo una patetica macchietta, uno che le spara grosse tanto per fare rumore, ma a tutto c’è un limite e lui l’ha superato. Come l’ultima offesa a ogni umana pietà, quella alle vittime dell’assedio di Sarajevo e della mattanza di Sebrenica. Venerdì scorso è stato arrestato Ratko Mladic, il generale che brindava con i generali dei Caschi Blu mentre le sue squadracce infierivano sulla popolazione musulmana di Bosnia, 8.000 morti a Sebrenica, la peggiore strage avvenuta sul suolo europeo dopo la fine della Seconda Guerra mondiale. Adesso Mladic verrà giudicato per genocidio e crimini di guerra, ma Borghezio non ci sta: "Non ho visto le prove, i patrioti sono patrioti e per me Mladic è un patriota. Quelle che gli rivolgono sono accuse politiche. Verso il Tribunale penale dell’Aia ho una fiducia poco superiore allo zero". Il povero Mladic, certamente vittima del complotto globalista europeista e atlantico? "Andrò certamente a trovarlo, ovunque si troverà". 

Ma perché l’ex  neofascista si scalda tanto per l’ex generale comunista? "I serbi avrebbero potuto fermare l’avanzata islamica in Europa," spiega in radio Borghezio, "ma non li hanno lasciati fare. E sto parlando di tutti i serbi, compreso Mladic". In passato, i giullari allietavano la vita di corte con delle storie inverosimili frutto del loro ingegno distorto: quella del baluardo serbo all’invasione islamica dell’Europa è una di queste fole, che Borghezio usa per la sua becera propaganda antimusulmana e pseudo-cristiana. Il negazionismo, anche quello più urlato, ha bisogno di simboli su cui poggiarsi, e così, per ridimensionare la pulizia etnica di Mladic, serviva ridare una facciata di nobiltà cavalleresca al boia dell’esercito serbo. Borghezio ha trovato questo appiglio nel passato medievale di Belgrado, trasformando Mladic in un perseguitato politico, l’eroe che durante le guerre balcaniche avrebbe contenuto l’insorgenza del terrorismo islamico, ribellandosi alla "dittatura della Nato" in Bosnia (gli accordi di Dayton). In Rete circola parecchia storiografia escrementale del genere: Sebrenica fu un "massacro fantasma", in cui a morire sarebbero stati in prevalenza soldati delle brigate musulmane, e non, come invece è accaduto, uomini e ragazzi, divisi dalle loro mogli, madri e sorelle, prima di essere fucilati alla schiena.

Peccato che invocare i serbi come i veri vincitori dello scontro di civiltà sia una colossale baggianata. Nel medioevo, nonostante il coraggio profuso sul campo, il principe Lazar fu sconfitto dai Turchi nella Piana dei Merli. Borghezio evidentemente lo ignora, ma al fianco di Lazar combattevano anche musulmani albanesi e kosovari, che degli Ottomani non volevano diventare schiavi. In fondo cosa conta la storia quando puoi manipolarla a tuo piacimento? La "rivincita serba", esposta in tv dal generale Mladic sulle rovine fumanti di Sarajevo, è un orrendo mito di cui Borghezio si fa interprete, difensore e aedo. Solo per questo il tribuno leghista meriterebbe d’essere rinchiuso in una camicia di forza, ma ormai non ha più remore né paletti, Pisapia è un agente di Al Qaeda e  suoi elettori sono dei "pirla", Gigi D’Alessio un "cantante etnico" vicino alla Camorra, tutte le volgarità che gli salgono pantagruelicamente dallo stomaco rimbalzano su Internet ridicolizzando anche la parte sana, si spera, della Lega Nord. Cari ministri Bossi, Maroni, Calderoli: buttate fuori dall’Europa Borghezio, e magari anche dalla Lega. Il compito del giullare era quello di far sbellicare la corte e intrattenere l’imperatore con le sue buffonate.  Un tempo, quando esageravano, ai giullari veniva mozzata la testa. In questo caso basterebbe un sano pensionamento.