Borrelli, il pelo e il vizio
15 Giugno 2006
di redazione
Che fosse Francesco Saverio Borrelli a dover mettere le mani nei guai del calcio italiano ci era sembrato fin dall’inzio un errore di merito e di stile. Dall’eroe a cavallo dei tempi di Mani Pulite divenuto capo dell’ufficio indagini di Federcalcio sapevamo di doverci guardare. Specie in un clima sovraeccitato dove la miscela tra giustizialismo, gogna telefonica e tifo calcistico è sempre lì lì per esplodere.
Per questo non ci ha sorpreso la sua ultima esternazione, quando si avvicina il compimento dell’indagine federale. ‘Spero di non deludere le aspettative della gente’, ha detto Borrelli con un timido sorriso. Lo abbiamo subito riconosciuto come il Borrelli di sempre.
Quello che conta per lui sono le aspettative della gente. E quali volete che siano queste aspettative, dopo mesi di intercettazioni senza limiti, di iperboli senza misura, di teoremi senza dimostrazioni?
L’ex procuratore generale di Milano lo sa bene. In una intervista a Panorama negli anni caldi di Tangentopoli lo disse candidamente: ”La gente ha applaudito alle nostre inchieste, si e’ stretta attorno a noi, ci ha sostenuto. Ma si e’ pure divertita nel vedere tante teste, anche coronate, rotolare nella polvere%27.
Anche questa volta Borrelli spera di non deluderla la sua gente.