Borse Asia: in netto calo dopo la stretta di Obama sulle banche
22 Gennaio 2010
di redazione
Le principali Borse asiatiche sono in netto calo sulla scia della stretta sulle banche annunciata ieri da Barack Obama che impone limiti alle dimensioni degli istituti e separa credito e private equity. Tokyo ha ceduto il 2,56% con l’indice Nikkei ai minimi da tre settimane. Nel durante Hong Kong sta cedendo il 2,25% mentre Shanghai ha concluso la seduta con l’indice composito in calo dello 0,98%, ma si evidenzia il -2,13% dell’indice relativo alle azioni B, quelle denominate in dollari a fronte invece di un -0,97% di quello A dei titoli in yuan. Taipei ha lasciato sul terreno il 2,47% mentre Sydney ha chiuso a -1,59%, maggior calo degli ultimi due mesi. Tra le borse che ancora non hanno terminato la seduta: -1,39% per Singapore e -0,89% Mumbay.
Il presidente americano Barack Obama ha deciso di adottare la linea dura contro gli "eccessi sconsiderati di Wall Street" che non solo deve "restituire gli aiuti", ma deve dire addio alle vecchie pratiche e ai rischi eccessivi che hanno spinto il sistema finanziario e l’economia "sull’orlo del collasso". "L’irresponsabilità" mostrata dagli istituti con "i bonus osceni" e i maxi-utili rende sempre più evidente la necessità di una riforma della finanza, per la quale Obama è pronto a "lottare" contro le banche e il loro esercito di lobbisti, e nella quale propone di includere paletti alle dimensioni delle banche, affinché non diventino troppo grandi da non poter fallire ("I contribuenti non dovranno mai più essere ostaggio delle banche troppo grandi per fallire"), e alle loro attività rischiose, soprattutto di proprietary trading e legate agli hedge fund. Paletti quindi alle eccessive prese di rischio delle società, che sono uno dei motivi della crisi e, spiega, "delle cause della crisi non possiamo dimenticarci".
Affermazioni che arrivano come una doccia gelata su Wall Street, che ha chiuso la seduta in pesante calo: i listini accusano la flessione più pesante da tre mesi.