
Borse europee in ansia tra Brexit e inflazione a livello mondiale. Ma diminuisce il panico

17 Giugno 2016
“Borse deboli”, così potremmo sintetizzare ogni cosa. In linea con le altre Borse europee, Piazza Affari ha risentito dei timori per la Brexit, ma è riuscita, a fine seduta, ad attutire le perdite. Dopo essere scesa di oltre il 2%, ha chiuso in calo dello 0,98%, comunque in coda ai listini europei. Ad appesantire Piazza Affari sono soprattutto le banche. La peggiore, Mps, ha chiuso in calo del 3,2%. In attesa della scelta del nuovo ad, Unicredit, ha terminato in perdita del 2,2% a 2,2 euro.
Banco Popolare ha chiuso sulla parità (i diritti in perdita dell’1,6%), mentre Bpm è sceso dello 0,9%. Positive Azimut (+0,9%), Exor (+0,6%), Enel (+0,5%) e Ferragamo (0,2%). Hanno guadagnato lo 0,1% Finecobank, Atlantia e Campari. Fuori dal paniere principale, Rcs ha guadagnato lo 0,5% (a 75 centesimi) mentre Cairo ha perso lo 0,1%.
Ma la colpa non è solo della Brexit. Il referendum in Gran Bretagna è certamente un fattore di incertezza determinate, ma pare che gli investitori stiano alle prese con problemi anche più gravi: una traiettoria di crescita del Pil e dell’inflazione a livello mondiale più debole. Non a caso pochi giorni fa la Banca mondiale ha tagliato le stime sulla crescita globale 2016 al 2,4% dal 2,9% previsto a gennaio e quelle del 2017 al 2,8% dal 3,1%. Gli Stati Uniti sono partiti male e non ha trovato conforto nel rimbalzo del Pil nei mesi primaverili.
Infatti la Fed ha lasciato lo “status quo” sui tassi, così come la Bank of England. La Banca Centrale Europea conferma, come altre istituzioni, di essere spaventata dalla possibilità di uscita dell’Inghilterra dall’Unione Europea. E lo fa sottolineando, in occasione del bollettino mensile, che l’economia dell’area della moneta unica cresce a tasso moderato, ma costante. Seduta in frazionale ribasso per l’Euro/Dollaro USA, che lascia sul parterre lo 0,97%.
Prevalgono le vendite sul petrolio (Light Sweet Crude Oil), che si porta a 46,52 dollari per barile, in forte calo del 3,10%. Torna a correre lo spread, che si posiziona a 157 punti base, con un forte incremento di 8 punti base, mentre il BTP con scadenza 10 anni riporta un rendimento dell’1,55%.