Borse in altalena, Milano bene poi male.Spread alto tra Btp e Bund
05 Agosto 2011
Avvio in rosso, poi il rialzo, quindi una nuova discesa. Un’altra giornata sull’altalena per le Borse con Milano ancora in difficoltà. A inizio seduta, il Ftse Mib ha registrato un calo del 3,23 per cento; poi dopo tre ore di contrattazioni le perdite sono state azzerate ed è il Mib è in rialzo. Ma nel pomeriggio l’andamento di Wall Street ha trascinato di nuovo giù Piazza Affari. A mercati chiusi Berlusconi e Tremonti convocano una conferenza stampa a Palazzo Chigi.
Nell’arco della mattinata non è andata meglio nelle altre piazze europee dove si è verificato lo stesso trend con un avvio disastroso e un recupero. A metà mattina il rialzo si è attestato sul +2,18% , mentre gli altri mercati europei sono rimasti in affanno e col segno meno. Nonostante le previsioni negative sull’avvio di Wall Street, gli indici italiani continuano a marciare, sostenuti dal settore bancario e dal trend di Fiat che dopo la performance in rosso di ieri e un inizio in calo, ha fatto registrare un’inversione di tendenza guadagnando il 9,67%. Tra gli istituti di credito, sono Intesa San Paolo a raggiungere la migliore performance (+7,89%) e Unicredit (+8,65%) ma stanno andando bene anche Banco Popolare (+6,99%) e Mps (+4,38%). Nel comparto assicurativo, Generali segna un +2, 42% dopo la presentazione dei conti semestrali e nel campo della telefonia Telecom non è da meno, raggiungendo quota 9,6%. Restano col segno meno, invece, gli energetici. Almeno per il momento.
A pesare sull’avvio di Piazza Affari è stato il differenziale tra titoli italiani e bund tedeschi che ha toccato quota 406 punti, superando lo spread tra il decennale tedesco e i titoli spagnoli, pari a 404,5 punti. Solo dopo voci di acquisti di titoli da parte della Bce, il differenziale è sceso a 380 punti.
Trend disastroso anche per le Borse asiatiche, sulla scia dell’andamento di quelle europee e di Wall Street. Nel fine settimana a Tokyo l’indice Nikkei è sceso del 3,72 per cento, scontando le preoccupazioni degli investitori sulla tenuta dell’economia mondiale, in particolare per quella degli Stati Uniti.
Ma è nel pomeriggio che il quadro torna negativo. Se nel primo pomeriggio Piazza Affari ha guadagnato l’1,7 per cento, poco dopo ha risentito del trend della Borsa americana che, evidentemente, non ha tratto sufficiente beneficio dai dati sulla lieve ripresa dell’occupazione negli Usa.
Intanto l’Istat ha reso noti i dati sulla produzione relativi al secondo trimestre 2011. A giugno la produzione industriale nel nostro paese è scesa dello 0,6 per cento rispetto a maggio, mentre rispetto al giugno dell’anno scorso si registra un aumento dello 0,2 per cento. Il risultato congiunturale – spiega l’Istat – è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto dell’agricoltura e di un aumento del valore aggiunto dell’industria e dei servizi. Il secondo trimestre del 2011 ha avuto una giornata lavorativa in più rispetto al trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative del secondo trimestre 2010. Nello stesso periodo il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,3% negli Stati Uniti e dello 0,2% nel Regno Unito. In calo il comparto agricoltura che invece nei due precedenti trimestri aveva segnato un trend diverso; aumenta invece, il valore aggiunto dell’industria e dei servizi.
Dall’Unione europea arriva una nuova raccomandazione a proposito dei livelli degli spread sui mercati dei bond che per il commissario europeo agli Affari economici e monetari Olli Rehn “non sono giustificati dai fondamentali”. Rehn ha poi aggiunto che i mercati “non hanno reagito come ci aspettavano nè speravamo per le misure concordate dai capi di stato e di governo dell’area euro il 21 luglio”. E ancora: il commissario europeo ha insistito sulla necessità di rendere operativo entro settembre l’intesa tra i leader dell’Eurozona sul fondo di salvataggio, “così potremo rassicurare gli investitori”.
Infine un appello all’Italia affinchè “acceleri le riforme”, anche se le fibrillazioni di questi giorni sui mercati italiani e spagnoli “non giustificate sulla base dei fondamentali economici”. Quanto basta per ribadire che per Italia e Spagna non servono piani di salvataggio. Rhen ha definito “importanti” le riforme annunciate da Palazzo Chigi, ma devono essere attuate in fretta. Bene la collaborazione “con le parti sociali per varare misure coraggiose senza ritardo”. Una road map che consentirà il “consolidamento dei conti”, affinchè vi sia un “impatto già sul bilancio dell’anno prossimo”.