Boschi-Alfano, se la pace si fa sull’affido

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Boschi-Alfano, se la pace si fa sull’affido

Boschi-Alfano, se la pace si fa sull’affido

19 Ottobre 2015

Nessun freno da parte del Pd sulle unioni civili, solo uno scambio di battute concilianti in un pomeriggio domenicale fra i Ministri Boschi e Alfano, a uso e consumo della stampa; qualcosa che non cambia proprio niente della situazione sulla Cirinnà.

 

Come con il gioco delle tre carte, il Ministro Boschi conferma che le unioni civili sono un impegno del PD, e quindi le rivendica come se il testo Cirinnà fosse di iniziativa dell’intero governo (che evidentemente nel suo immaginario coincide con il solo PD), e al tempo stesso confida nell’appoggio di SEL e Cinque stelle per la sua approvazione, cioè in una maggioranza diversa da quella governativa con Ncd, come fosse una proposta di legge del parlamento. Niente male per un Ministro che ha come compito quello di occuparsi dei delicati rapporti fra governo e parlamento.

 

E se è comprensibile che il segretario del Pd Matteo Renzi abbia bisogno di fare qualcosa di sinistra da dare in pasto alla sua minoranza interna, è intollerabile che il Presidente del Consiglio Renzi Matteo continui a considerare men che zero l’alleato che gli ha consentito finora di restarci, al governo.

 

Ma oggi la sfrontatezza del Pd ha raggiunto nuove vette. Il ministro Boschi, a mo’ di riconciliazione, ha gentilmente concesso che “sulla stepchild adoption il Pd lascerà libertà di coscienza” e ha assicurato che “Non ci sarà nessuna rottura del governo e di maggioranza, ci confronteremo ed è possibile trovare un accordo”.

 

Commossi per tanta condiscendenza – addirittura la libertà di coscienza SOLO sulla stepchild adoption, neanche sul simil matrimonio omosessuale, non si vedeva tanta liberalità dai tempi dei piani quinquennali sovietici – ci chiediamo dove sia la frenata, e per quale motivo non ci dovrebbe essere rottura nella maggioranza di governo, quando per il Pd la stepchild adoption è irrinunciabile e per l’Ncd inaccettabile.

 

A quale accordo di riferisce la Boschi? Alla possibilità di concedere il voto segreto, come ha ipotizzato ieri Alfano? Ma il voto segreto sul testo Cirinnà non serve proprio a niente, innanzitutto perché non c’è alcuna possibile maggioranza alternativa a PD-M5S – SEL, che votando segretamente possa affossare la stepchild adoption, se il Pd stesso non la ritira.

 

L’unica “utilità” del voto segreto sarebbe quella di votare la proposta del malpancisti catto-dem, i cattolici del Pd, che, pur a disagio, tuttavia non hanno alcuna intenzione di togliere la genitorialità alle coppie omosessuali, e tanto meno di affossare il Cirinnà, ma hanno suggerito un’alternativa alla stepchild adoption: l’affido rafforzato.

 

Probabilmente è questo il punto di accordo a cui si vorrebbe arrivare nella maggioranza, magari approvandolo, appunto, con un voto segreto. A scanso di equivoci, è bene chiarire che si tratta di una proposta inaccettabile, se possibile addirittura peggiorativa rispetto alla stepchild adoption.

 

L’affido è notoriamente un istituto radicalmente differente dall’adozione, che nasce per dare un supporto temporaneo (al massimo due anni, a meno che per il bene del minore si renda necessario prolungare il periodo) a minori con famiglie in difficoltà, un supporto finalizzato al loro rientro nella famiglia di origine. Un percorso di affido coinvolge in primis i servizi sociali, che affiancano, oltre alle famiglie di origine, anche gli affidatari i quali, per questo, ricevono un sostegno economico dal comune di residenza.

 

Che spesso l’affido si prolunghi nel tempo, più dei due anni previsti, può essere un dato di fatto in circostanze particolarmente difficili, ma è una situazione che si cerca sempre di evitare: non c’è niente di peggio, per la crescita equilibrata di un bambino, dell’incertezza della propria collocazione familiare. Quando il rientro non è possibile, si cerca di passare all’adozione, ed è in quest’ottica che recentemente il parlamento ha condiviso il concetto di “continuità affettiva”. Se la famiglia di origine non può più farsi carico del figlio, non se ne prolunga l’affido, ma si cambia strumento, utilizzando l’istituto dell’ adozione.

 

L’espressione “affido rafforzato”, per come la si sta delineando in alternativa alla stepchild adoption, è quindi una contraddizione in termini, o meglio, una bugia: si usa una condizione per definizione temporanea – come è l’affido – per un tipo di filiazione che si sa essere definitivo, sapendo già che il minore non tornerà mai nella famiglia di origine.

 

Già, perché per i nati da utero in affitto è impossibile “tornare” da una madre cancellata,  che ha ceduto i propri diritti materni a seguito di un contratto. Con il cosiddetto “affido rafforzato”, quindi, si concede ugualmente la genitorialità alle coppie omosessuali, restando tutta la legittimazione dell’utero in affitto, e, in aggiunta, lo si fa in un quadro di ipocrisia.

 

Il voto segreto sarebbe una iattura da evitare: proprio per il pasticcio che si sta profilando, sarebbe invece opportuno un bel voto palese, dove ogni parlamentare si prenda chiaramente le proprie responsabilità, senza camuffare da mediazioni la resa totale al matrimonio e alla filiazione omosessuale, incluso l’utero in affitto.