Boschi porta De Bortoli in tribunale. Lui la sfida: sicuro delle mie fonti

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Boschi porta De Bortoli in tribunale. Lui la sfida: sicuro delle mie fonti

11 Maggio 2017

“La misura è colma”per Maria Elena Boschi che torna a parlare per provare a fermare la nuova bufera su Banca Etruria. “Oggi si parla sui giornali delle anticipazioni del libro del dottor De Bortoli – afferma la sottosegretaria in conferenza stampa a Palazzo Chigi -: quello che dovevo dire al riguardo l’ho detto ieri” – dice riferendosi al post su Facebook. “E su Banca Etruria ribadisco e confermo quanto detto in Parlamento nel dicembre 2015. Da qui in poi si occuperanno di questa questione i miei legali”, che sono Paola Severino e Vincenzo Zeno Zencovich. 

Il caso, com’è noto, scoppia dopo le anticipazioni del nuovo libro di Ferruccio de Bortoli. La miccia è il capitolo in cui l’ex direttore del Corriere della Sera afferma che nel 2015 l’allora ministra delle Riforme chiese all’amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, “di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria”, di cui il padre della Boschi era vice presidente.

Nel frattempo Ferruccio De Bortoli conferma di essere “sicuro” delle sue fonti, di quanto scritto nel suo libro e rilancia: “Sono un collezionista di querele. Spero che quello di Boschi non sia solo un annuncio, ma che la querela ci sia”. Alla presentazione del suo libro “Poteri forti (o quasi)” al Teatro Franco Parenti a Milano, l’ex direttore del Corriere chiarisce che, a suo avviso, “i personaggi politici possono e devono occuparsi delle problematiche economiche del territorio da cui provengono: un conto è informarsi, un altro è fare ingerenze”. 

L’unico che ancora non ha rilasciato dichiarazioni è l’ex amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni. Fonti vicine alla banca hanno fatto sapere che l’istituto non ha subito “pressioni di carattere politico nell’esame dei dossier di altre banche, come per esempio Banca Etruria”. Nessuna nota ufficiale ancora, dunque. Diversi osservatori, fra cui Paolo Mieli, fanno notare che: “Il silenzio di Ghizzoni è una conferma. Ma adesso ha il dovere di spiegare”.

Al di là degli interessati, si apre anche un fronte politico parlamentare trasversale che chiede spiegazioni e vuole risposte. I Cinquestelle chiamano in causa il premier Paolo Gentiloni e gli chiedono di togliere le deleghe al suo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: “Gentiloni ci deve mettere la faccia”, dice Alessandro Di Battista. Roberto Fico, capogruppo 5 Stelle, chiede che “subito” la commissione di inchiesta sulle banche ascolti in audizione tanto Ghizzoni quanto De Bortoli e Boschi.

Richieste di dimissioni arrivano anche dalla Lega, che, insieme a Fi, vuole l’audizione di Ghizzoni in commissione Finanze. Anche Sinistra Italiana, con toni più moderati, chiede un passo indietro alla Boschi “per tutelare la serenità del quadro istituzionale”. Per Giovanni Toti di Forza Italia “Se ci sono comportamenti illeciti deve accertarlo la Magistratura, io resto garantista, – dice – però che un ruolo un po’ ingombrante questo Governo lo abbia giocato in quel pasticcio credo sia in tutta evidenza. Credo che non solo questo tema ma molte considerazioni di opportunità dovrebbero farla riflettere sul suo ruolo”.

Ma di fronte a queste accuse l’esecutivo blinda la sottogretaria. Il premier Paolo Gentiloni fa sapere che c’è pieno sostegno a Boschi e il ministro di Ap Enrico Costa dichiara che “è oggetto di attacchi sbagliati e imprecisi dietro cui si celano tentativi di disarticolare l’attività di governo”. Il Pd, anche se in evidente imbarazzo, fa quadrato attorno al ministro e ribadisce, con Andrea Marcucci, che Lega e M5s attaccano Boschi per coprire “le loro difficoltà”. Ma dalla maggioranza Pier Luigi Bersani afferma: “Bisogna andare a fondo. E se si rivela vera una cosa così, non vedo come possa restare lì”.