Bosnia. Incontro Ue- Usa con partiti per sblocco situazione politica
09 Ottobre 2009
di redazione
È cominciata stamane a Sarajevo una riunione fra i rappresentanti di Unione europea e Stati Uniti con i leader degli 8 principali partiti della Bosnia-Erzegovina, convocata da Ue e Usa per cercare di far uscire il paese balcanico da un preoccupante stallo politico che ne impedisce il cammino ulteriore verso l’integrazione euroatlantica.
Alla conferenza, che si tiene nella base militare di Butmir, il quartier generale della Eufor poco fuori Sarajevo, sono presenti il ministro degli esteri svedese, Carl Bildt, il cui paese detiene la presidenza di turno della Ue, il sottosegretario di stato americano, James Steinberg, e il commissario europeo all’allargamento, Olli Rehn.
I temi sul tappeto, dei quali si è già discusso in una cena informale ieri sera fra tutti i partecipanti, sono eventuali cambiamenti nella costituzione bosniaca, la trasformazione dell’incarico di Alto rappresentante della comunità internazionale, le riforme necessarie per consentire la liberalizzazione del regime dei visti. Ai lavori prendono parte i rappresentanti delle forze politiche delle tre componenti etniche della Bosnia-Erzegovina, la serba, la croata e la musulmana.
Le posizioni più rigide sono quelle di Milorad Dodik, leader della Republika Srpska, che respinge ogni tentativo che limiti l’autonomia della comunità serba di Bosnia e rafforzi le strutture centrali dello stato bosniaco, condizione per il suo avanzamento verso l’Europa. Con gli accordi di Dayton (Usa), che nel 1995 posero fine alla guerra di Bosnia – 100mila morti e 2 milioni di profughi – il paese fu diviso in due entità, la Republika Srpska e la Federazione Bh (Bosnia-Erzegovina) a maggioranza croato-musulmana.