Boss delle cerimonie, guai in vista: confiscata la “Sonrisa” per abuso edilizio
09 Novembre 2016
Brutta storia per il Boss delle Cerimonie. Il giudice monocratico del tribunale di Torre Annunziata ha disposto la confisca per il “castello” e la conseguente condanna a un anno per il fratello e la moglie di don Antonio Polese. Il “boss” reso famosissimo dalla trasmissione in onda su Real Time.
L’accusa rivolta ai familiari di Polese è quella di lottizzazione abusiva. La struttura, la cui costruzione iniziò nel 1978, secondo il pm sarebbe stata tirata su senza le autorizzazioni e le licenze prescritte dalla legge. È questa una ricostruzione a cui la famiglia Polese si oppone.
La difesa della famiglia del Boss di Real Time è pronta a dare battaglia e annuncia già la volontà di far ricorso contro il provvedimento che ancora non è entrato in fase esecutiva. I legali della famiglia hanno dichiarato che il “Castello” rimane aperto e l’attività commerciale della struttura non subirà rallentamenti dovuti alla pronuncia della magistratura napoletana. “La Sonrisa” è diventata famosa per avere ospitato il festival della canzone napoletana “Napoli prima e dopo” ma soprattutto per il docureality sul matrimonio napoletano andato in onda su l’emittente Real Time. Nessuna condanna per Antonio Polese e per il genero, in quanto entrambi non sono risultati proprietari effettivi delle strutture. Il giudice ha anche disposto che il Comune di Sant’Antonio Abate acquisisca al suo patrimonio la struttura che comprende, tra l’altro, un albergo e un ristorante 5 stelle.