Boston corre incontro alla morte

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Boston corre incontro alla morte

15 Aprile 2013

Mentre polizia e servizi segreti presidiano la Casa Bianca, Obama rivolge un breve messaggio alla nazione annunciando che si andrà fino in fondo per capire chi ha colpito Boston e ucciso con una rapida serie di attacchi bomba almeno tre persone ferendone a decine, alcune in condizioni gravissime. "We Will Find Out Who Did This", dice il Presidente, che però nel suo breve discorso non usa la parola "terrorismo". Il Post ha scritto che i morti sarebbero 12 ma la notizia non è confermata. Il vicepresidente Biden ha parlato esplicitamente di "bombe" pregando per le famiglie delle vittime.

Si sa che un giovane saudita è ricoverato in un ospedale di Boston, il Post dice "piantonato", il giornale viene smentito ma poi conferma che si tratta di informazioni fornite da investigatori. Il giovane si sta mostrando collaborativo e nega ogni coinvolgimento nell’attacco. Non è chiaro come l’uomo sia finito in ospedale, se le sue ustioni sono il tributo pagato da una vittima o l’errore di un carnefice. Il corrispondente Jonh Miller racconta che il saudita era vicino al luogo dell’esplosione e CBS aggiunge: "Miller said a civilian claims the person was acting suspiciously and chased him down and tackled him after the explosions". 

La Polizia di Boston nega la minaccia di nuovi attacchi e agenti federali hanno aggiunto che non c’è ragione di considerare l’attacco parte di una strategia più ampia. L’impressione secondo gli investigatori è che si tratti di un evento confinato a Boston, non ci sono sospetti fermati ma alcune persone sono state interrogate in ospedale, tra cui il giovane saudita con un permesso di soggiorno per studente. L’FBI giudica la situazione "fluida" ed è ancora troppo presto per trovare cause e motivazioni. Secondo altre fonti del governo, "l’attacco è stato pianificato con cura".

Si evoca Al Quaeda ma anche quel miglio della maratona che era stato dedicato alle vittime della sparatoria di Newton in Connecticut – il Congresso ha appena approvato una legge che limita l’uso delle armi negli Usa e qualche gruppo di estrema destra come quello di Oklahoma City potrebbe aver lanciato un segnale di morte. Lunedì era anche il "tax day" e un folle convinto che lo Stato la deve pagare con il sangue lo si trova sempre. Il 15 aprile è il giorno in cui Lincoln chiamò a raccolta i volontari dell’Unione e sono tanti gli americani che nel Sud del Paese ricordano con odio quella data. C’è la Fratellanza Ariana e ci sono i cartelli della droga messicani. Tutte le ipotesi sono ancora aperte.

Gli ordigni erano rudimentali e sono scoppiati a dieci secondi di distanza. Fonti dicono che la polizia avrebbe scoperto altri pacchi inesplosi, uno è stato fatto brillare all’Hotel Mandarin, mentre non è chiaro se ci sia un collegamento con l’incendio scoppiato alla Biblioteca JFK, si tende a escluderlo. Forse lo stacco tra una esplosione e l’altra doveva essere più ampio. Come durante gli attacchi a Londra e Madrid, per aumentare il numero delle vittime una volta arrivati sul posto i soccorritori.

Il terrorismo punta sempre a megaeventi su scala globale, come la Maratona di Boston, appunto (troppo sicura e controllata quella di New York), per acquistare quanta più risonanza possibile ma almeno fino adesso non ci sono state rivendicazioni. In passato ricordiamo l’attacco del ’72 portato da Settembre Nero alle Olimpiadi di Monaco che costò la vita a 11 atleti israeliani. Ma anche Eric Robert Rudolph e l’attentato alle Olimpiadi di Atlanta del ’96.

La Polizia di Boston avrebbe in mano almeno un video di sorveglianza con un sospetto che armeggia in un auto poco prima delle esplosioni, secondo CBS News. Gli investigatori starebbero cercando "disperatamente" un camionciono Penske, che ha lasciato in quegli attimi la zona. 

L’ex congressista Jane Harman, attuale presidentessa del Woodrow Wilson International Center, ha detto che le bombe di Boston "sono un tipico attacco qaedista". Il sito Jihad Watch aveva messo in guardia da messaggi apparsi sui siti islamisti che annunciavano nuovi attacchi nelle città occidentali. Nel settembre del 2011, l’FBI aveva arrestato in città Rezwan Ferdaus, un giovane del Bangladesh condannato per aver progettato degli attacchi contro il Pentagono e Capitol Hill e che aveva modificato dei telefoni cellulari per trasformarli in detonatori per attentati contro i soldati americani.

Per non parlare dei tassisti nomadi cammellieri autisti che tra la fine degli anni ottanta e gli anni novanta si mossero dai campi di addestramento in Afghanistan a Boston, creande la cellula che avrebbe programmato l’11 Settembre. Tarek Mehanna, trentenne, è un altro di questi giovani cresciuto nei sobborghi di Boston, uccel di bosco nello Yemen, pronto a partire per l’Iraq, che processato si difese dicendo che il terrorismo era solo una forma di autodifesa e proclamando il suo amore per l’Islam.