Bpm, Masi (Uilca): “Sconcertante la lettera del Consiglio di Gestione di Bpm ai lavoratori”
26 Aprile 2013
di redazione
"La lettera del Consiglio di Gestione di Bpm ai lavoratori è sconcertante per la visione retrograda del rapporto con sindacato e dipendenti, offesi e vessati da un atteggiamento arrogante e intimidatorio Ecco la lettera aperta che ho inviato all’Azienda. Lo afferma Massimo Masi, segretario generale di Uilca/Uil, in un comunicato diffuso oggi alla stampa, con una dura presa di posizione nei confronti del management di Banca Popolare di Milano.
"Nei giorni scorsi il Consiglio di Gestione della Banca Popolare di Milano ha inviato ai dipendenti una lettera con cui invita, spinge, forza i lavoratori a esprimersi in assemblea a favore delle scelte aziendali e a diffidare di chi li rappresenta", dice Masi. "Si tratta di una iniziativa sconcertante e offensiva, che denota una visione retrograda del rapporto di un’azienda e del datore di lavoro con i propri dipendenti e con le Organizzazioni Sindacali, da parte del management insediatosi da solo un anno e mezzo in Bpm. La Uilca, come primo sindacato in Azienda e nel Gruppo, ritiene questa lettera un chiaro segnale di scontro lanciato in modo improprio, inutile e miope alle Organizzazioni Sindacali aziendali e del settore e, peggio, al loro ruolo istituzionale di rappresentanti dei lavoratori".
"Organizzazioni Sindacali," prosegue Masi, "che hanno recentemente condiviso un accordo importante per il contenimento del costo del lavoro e la gestione del personale in esubero dimostrando serietà, senso di responsabilità e visione prospettica. Atteggiamenti che il management della Banca Popolare di Milano dimostra di non meritare, come non merita la fiducia con cui la Uilca ne aveva sostenuto, insieme ad altri, l’elezione, come non merita lavoratori che quotidianamente dimostrano impegno, professionalità e dedizione ben superiori a quelli dovuti da un dipendente. La Uilca respinge in toto le accuse, le allusioni e le falsità riportate nella lettera, denuncia l’atteggiamento arrogante e intimidatorio mostrato dal Consiglio di Gestione, rivendica di avere chiesto il superamento di logiche passate e preteso trasparenza e dichiara che è pronta ad avviare qualsiasi iniziativa di contrapposizione sarà unitariamente decisa con le altre Organizzazioni Sindacali".
Nella lettera aperta inviata al presidente del Consiglio di Gestione Bonomi e al Consiglio di Gestione della banca, Masi afferma di aver "letto con stupore e vivo disappunto la lettera inviata dal Consiglio di Gestione della Banca Popolare di Milano alle lavoratrici e ai lavoratori. Non fosse vera avrei pensato a uno scherzo, peraltro di cattivo gusto. Una lettera degna di logiche padronali in voga negli anni bui del nostro Paese, quando il padrone dettava legge e imponeva ai dipendenti come pensare, vestire e agire. Dipendenti che allora erano considerati dal datore di lavoro come una sua proprietà, di cui poteva disporre liberamente, a cui poteva imporre le proprie decisioni. No, cari consiglieri di gestione, no presidente Bonomi, no consigliere delegato Montani, proprio non ci siamo. Ho parlato di anni bui del nostro Paese non a caso, ma per evidenziare come la vostra iniziativa dimostri tutta la vostra insofferenza per logiche di relazioni sindacali moderne, partecipate, dove la ricerca della condivisione è obiettivo delle parti sociali".
"Eppure dovreste averlo imparato nella vostra breve esperienza in Banca Popolare di Milano, dal momento che in un anno e mezzo l’unica cosa positiva per l’Azienda, che garantisce la possibilità di darle una solidità economica, che la rafforza in termini prospettici, è stato l’accordo con il sindacato per la riduzione dei costi e per l’esodo di personale. Tutto il resto, dati e valori di bilancio preoccupanti, le tante costose e spesso inutili assunzioni dall’esterno, le dispendiose consulenze, le vostre remunerazioni esorbitanti, le vostre perenni apparizioni sui giornali a causa di presunti conflitti di interessi, sono tutte vostre responsabilità, che dimostrano gli errori con cui avete operato dal vostro insediamento. Vi avevamo dato fiducia, evidentemente l’abbiamo mal riposta".
"Nella lettera ai lavoratori affermate che: “…sarete chiamati con altri a fare questa scelta; a decidere se affidare il vostro futuro a chi ha gestito il vostro recente passato. A chi sostiene di rappresentarvi e di fare i vostri interessi, poi ricordandosi solo dell’interesse di pochi. A chi chiede trasparenza e pratica malcelati accordi”. Questo passaggio mi indigna e mi amareggia. E’ comodo sparare nel mucchio, dire frasi di circostanza oscure, scrivere frasi allusive tipiche di chi vuole lanciare minacce improprie, gratuite e creare un alone di opacità. Mi rivolgo soprattutto a lei dottor Montani. A lei che appena arrivato in azienda, un’azienda da ristrutturare e rilanciare, come primo atto ha preteso una retribuzione esorbitante e fuori luogo per lasituazione della banca, per un settore e un Paese in difficoltà, dove da più parti viene chiesta moderazione, equità distributiva, senso del limite".
"E ora, malgrado tutto ciò, attacca in questo modo il sindacato, ben sapendo che quando è stato vice direttore generale a Rolo Banca 1473, un’azione analoga non portò molta fortuna a un management che nel giro di poco tempo si è disciolto. Le ricordo, dottor Montani, che pur sotto le insegne di un’altra banca, lavoratori e sindacato sono rimasti, sono là e ci saranno ancora a lungo. E poi con quale deformazione della verità affermate che in Bpm si vuole perpetuare: "un sistema che deprime il merito e premia la furbizia; un sistema che privilegia l’opacità alla trasparenza; un sistema che non valorizza il lavoro e favorisce la maldicenza; un sistema in cui l’appartenenza è l’unica prospettiva. Un sistema, in una parola, fallito".
"Voi siete in banca o da qualche altra parte? Sapete cosa è successo nell’ultimo anno e mezzo? Siete a conoscenza dei cambiamenti intervenuti anche grazie al sindacato? Vi devo ricordare che l’Associazione Amici della Bpm non esiste più da oltre un anno? E non esiste più perché il sindacato e per prima la Uilca ha appoggiato una svolta rispetto al passato, ha preso atto e seguito le indicazioni della Banca d’Italia, ha preteso che si chiarissero i ruoli tra management e rappresentanti dei lavoratori, per superare qualsiasi collusione e pratica poco trasparente. Oggi sostenete che è colpa di opacità, che noi per primi contestiamo e contrastiamo se il presidente del Consiglio di Sorveglianza e i consiglieri di sorveglianza si sono dimessi. Mentite, come mentono loro, quando hanno motivato la loro scelta con il fatto che in banca si verifica “il ritorno alle logiche dei dipendenti soci”.
"Ora voi rivendicate trasparenza, voi che mettete sotto inchiesta i lavoratori solo per l’uso della mail aziendale? Voi esigete chiarezza nei comportamenti e avete annunciato un progetto per la trasformazione della Bpm in Spa che nessuno conosce e continuate a tenere nei vostri cassetti, malgrado come sindacato vi abbiamo ripetutamente chiesto di esplicitarlo in tutti i suoi aspetti. E’ questo il problema quindi? Voi avete un progetto, cui nessuno per ora ha risposto negativamente. Solo si è chiesto di conoscerlo a fondo e in tutti i suoi particolari prima di assumere una decisione. Sarebbe una svolta epocale, come dite voi, che pone in dubbio i cardini della struttura cooperativa che noi vorremmo tutelare e pretendete che venga assunta senza un dibattito ampio, trasparente e
dettagliato?".
"Voi senza dare queste risposte volete escludere il sindacato dal dibattito. Avete paura della trasparenza che vi abbiamo chiesto? Allora i dubbi e le domande cui non avete finora risposto richiedono chiarezza immediata. Cosa c’è veramente dietro questa annunciata trasformazione in SpA che non si può e deve sapere? Perché avete così paura del confronto e lo rifiutate dando la colpa a chi ve lo chiede da mesi?".
"Oggi dite ai lavoratori che renderete noto il vostro progetto direttamente a loro, senza rispettare le più elementari logiche di relazioni sindacali, basate in primo luogo sul riconoscimento delle controparti. Pensate quindi che i lavoratori si possano fare intimidire o abbindolare da voi? A noi se parlate con i lavoratori va benissimo, perché noi ci parliamo tutti i giorni da anni e sappiamo cosa vogliono, chiedono, sognano. Voi non ne avete la minima idea e vi arrogate il diritto di saperlo solo perché con una lettera li avete implicitamente offesi e vessati con un atteggiamento allusivo e intimidatorio".
"Fate pure, noi intanto faremo la nostra parte, quella sancita dalla Costituzione, quella che voi avete deciso unilateralmente e impropriamente di disconoscere, peraltro unici nel settore del credito, dove esiste un livello di relazioni sindacali partecipato e costruttivo, invidiato nel mondo del lavoro per livello del dibattito e decisioni condivise assunte". "Se non vi affrettate a rivedere la strada che avete intrapreso sappiate che il tempo del sindacato responsabile in Bpm sta per finire e per vostra sfortuna la risposta delle Organizzazioni Sindacali sarà unitaria," conclude Masi. "Complimenti per avere rovinato un percorso di rinnovamento e sviluppo della banca che noi volevamo condiviso, responsabile, duraturo!".