Brasile, caso Petrobas: Lula accusato di corruzione
15 Settembre 2016
L’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva “è stato il leader supremo della rete di corruzione” nello scandalo Petrobras in Brasile”, è questa la conclusione dei pubblici ministeri brasiliani che hanno trasmesso alla Corte il dossier per l’incriminazione dell’ex capo dello Stato per corruzione e riciclaggio di denaro.
“La procura accusa Luiz Inacio Lula da Silva di essere il capo supremo della rete di corruzione” che operava in Petrobras, ha dichiarato il procuratore Deltan Dallagnol, che ha trasmesso alla giustizia il dossier per l’incriminazione di Lula per corruzione e riciclaggio di denaro.
Sorride l’ex presidente brasiliano a un incontro del partito dei lavoratori a San Paolo dopo la notizia dell’incriminazione. Per lui hanno parlato il presidente del partito Rui Falcao e il legale, Cristiano Zanin Martins. “E’ già stato provato che Lula non è mai stato proprietario dell’appartamento. Non ha mai approfittato illegalmente di niente, è solo un episodio persecutorio”, ha detto Falcao.
Il suo avvocato Martins ha parlato di “un’accusa irreale e di una tattica illusionista”. “C’è una persecuzione in atto, ma anche qualcosa di più: c’è l’intenzione di eliminare l’ex presidente Lula dal panorama politico elettorale del 2018″.
I giudici brasiliani hanno presentato le accuse lo scorso mercoledì, accusando il governo Lula di essere stato una “propinocracia” (traducibile come “mazzettocrazia”, ndr). Secondo gli inquirenti, l’esecutivo del “presidente-operaio” avrebbe distribuito incarichi e posti di comando ad alleati del PT con l’obiettivo di raccogliere tangenti, garantire la governabilità e mantenere il partito al potere.
Gli uomini messi nei gangli vitali della pubblica amministrazione brasiliana avrebbero avuto l’unica funzione di rastrellare fondi neri attraverso fatture gonfiate e contratti illegali. Lula è stato messo in stato d’accusa insieme alla moglie, Marisa Letícia, solo percorruzione e riciclaggio legati al caso specifico dell’attico sulla spiaggia di Guarujá.
Oltre a questa accusa formale, i giudici stanno indagando sulla serie di conferenze tenute da Lula dopo aver lasciato la presidenza del Brasile, pagate profumatamente dalla stessa OAS e da altri big delle costruzioni, come la Oderbrecht. Tutte aziende coinvolte nel sistema di mazzette della Petrobras.
Per la legge brasiliana, se condannato per corruzione, Lula potrebbe scontare una pena fino a 12 anni di carcere, che può essere aumentata in caso di violazione del “dovere funzionale” del pubblico ufficiale. Nel caso di riciclaggio, la pena può arrivare fino a dieci anni di reclusione, aumentata se dovesse venire considerato membro di un’”organizzazione criminale”.