Brasile, rivolta al carcere di Manaus: almeno 60 morti, 6 decapitati

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Brasile, rivolta al carcere di Manaus: almeno 60 morti, 6 decapitati

03 Gennaio 2017

E’ di “almeno 60 morti” il bilancio della sommossa scoppiata ieri nel penitenziario Anísio Jobim di Manaus. La conferma arriva da Pedro Florencio, responsabile dei penitenziari dello stato dell’Amazzonia, nel Brasile settentrionale. Il segretario di Pubblica sicurezza, Sergio Fontes, ha definito l’episodio “il maggior massacro del sistema carcerario di Amazonas“.

Almeno sei persone sono state decapitate e i loro corpi, non ancora identificati, sono stati portati fuori dalla prigione. Probabilmente si tratta di detenuti su cui si sono accaniti i rivoltosi in una macrabra vendetta tra membri di clan nemici che scontano la pena nello stesso istituto.

Per 17 ore il penitenziario di Anísio Jobim (Compaj), nel cuore dell’Amazzonia, è stato oggetto di terribili violenze e abusi fra bande. “Tutto lascia pensare a un attacco della fazione più grande che voleva eliminare quella più piccola”,  ha detto Florencio.

Una donna che si trovava per le visite periodiche ai familiari all’interno del carcere quando è scoppiata la rivolta ha raccontato: “era pomeriggio tardi e con altri parenti stavamo incontrando i detenuti. Abbiamo sentito esplodere alcuni colpi di arma da fuoco che sono diventate raffiche. Poi sono iniziate le urla. Ci hanno fatto subito uscire. Non ho visto nulla. Sono andata all’Istituto di medicina legale per avere notizie più precise. Ci sono quei corpi senza testa buttati fuori dal carcere e ognuno di noi teme che possano appartenere ai nostri mariti, figli, fratelli. Purtroppo, nessuno dice niente e non si sa nulla di più preciso”.

Il contesto è quello di un sistema carcerario segnato da sovraffollamento e condizioni di detenzione drammaticamente al di sotto degli standard ritenuti accettabili a livello internazionale.  

Circa 622.000 persone sono state arrestate in Brasile dalla fine del 2014, secondo i dati forniti dal ministero della Giustizia locale. Si tratta della quarta più numerosa popolazione carceraria del pianeta dopo quelle di Stati uniti, Cina e Russia.