Brasile, Rousseff pronta a riforme. La primavera carioca vuole libertà

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Brasile, Rousseff pronta a riforme. La primavera carioca vuole libertà

24 Giugno 2013

Anche il Brasile ha bisogno di riforme. Lo dice Dilma Rousseff, la presidente brasiliana, dopo due settimane di protesta che hanno gettato il Paese nel caos. "Il mio governo ascolta le voci democratiche provenienti dalle strade per camminare più rapidamente e con umiltà", spiega la presidente, annunciando un referendum popolare che convochi una assemblea costituente per le riforme politiche ed economiche. In più un grande piano per il rilancio dei servizi pubblici che dia fiato all’economia. In Brasile, quella che era partita come una protesta su basi ridotte contro il caroprezzi dei trasporti pubblici si è trasformata in una ribellione massiccia contro il Governo in almeno 6 delle più grandi città carioca. I manifestanti sono scesi in piazza per il persistere di ampie sacche di povertà nelle diseguale società brasiliana, ma anche per far sentire la propria voce di fronte all’insostenibile aumento del costo della vita. Il fattore che più ha scatenato gli oppositori del Governo, trovando spazio anche nella opinione pubblica, sono stati i massicci investimenti pubblici per la Coppa del Mondo 2014 e per le Olimpiadi del 2016, nonostante l’amore sviscerato dei brasiliani per il Calcio. C’è anche un’altra causa scatenente della rivolta. Chi protestava lo faceva anche in nome del giornalista Piero Locatelli, che in un video su YouTube ha testimoniato del suo arresto perché trasportava un bottiglione di aceto nel portabagli della macchina e che secondo gli agenti sarebbe stata una miscela per una bomba. Ma proprio questo arresto per l’aceto è stata la miccia per la rivolta diffusa viralmente da Internet, un po’ come nella Boston del 1773. I brasiliani, nonostante tutta la retorica sul "sorpasso" delle economie emergenti rispetto al Primo mondo, continuano a chiedere di vivere liberi e con dignità. Molti brasiliani si oppongono a una idea di un governo invasivo ed inefficiente che in molti casi non riesce a fornire servizi essenziali.